martedì 28 febbraio 2012

Sperimentazioni CulinArie

Questo post arriva dopo due mesi di ricerca e di sperimentazione dell'arte culinaria del resto del mondo.

Iniziamo col dire che anche qua in Canada è riconosciuta la superiorità gastronomica del nostro sgangherato paese. Per noi mangiare non è solo nutrimento e necessità per poter continuare a vivere, ma è piacere, aggregazione, famiglia, cultura, vanto e identità. Non siamo solo Pizza e Pasta, ma mille altre specialità che variano da regione a regione, da paese a paese. Quindi alla domanda delle mamme che si chiedono cosa si mangia quale dovrebbe essere la nostra risposta? Ovviamente non possiamo e mai riusciremo ad abbandonare la nostra cucina, quindi quando si mangia a casa la risposta è ovviamente, quello che mangiamo in Italia, anche se con qualche piccola differenza, la pasta continua a rimanere dura e scotta e sono da evitare tutte quelle ricette che includono la panna, poiché non pervenuta, ma per il resto siamo riusciti a trovare la quadratura del cerchio o forse abbiamo solo iniziato ad abituarci a diversi sapori  (questo lo scopriremo solo al ritorno...).

Passiamo allora ad una analisi delle varie cucine fin ora assaggiate:

Il Canada non ha un piatto tipico, l'unica cosa che si può definire tale è la già citata Poutine: delle patatine fritte condite con formaggio molle, simile al dolce sardo (inteso come consistenza, gusto non rilevato) e con una salsa di carne, che sa di minestrone o passato di verdura; la domanda è - se le patatine fritte sono buone perché le devi rovinare con tutto il resto? Anche se in realtà ancora non siamo riusciti a mangiare delle patatine degne di nota (e dire che sono la base di ogni contorno da queste parti). Sempre parlando di patatine fritte una citazione va fatta su quelle dolci poiché sono le preferite di Manu (slurp). Ogni tanto andiamo in un localino su College Street, che si chiama Nirvana, per il Brunch, cioè una colazione all'ora di pranzo (no non una colazione come la intendiamo noi, con magari del latte e cereali o della frutta e un succo d'arancia o un semplice caffè e pasta al bar, ma come la intendono loro). Quindi uova strapazzate, bacon, del pane tostato, le sweet potato (volendo con ketchup), e della frutta.


Sempre parlando del brunch, domenica abbiamo avuto il piacere di mangiare a casa di Melissa e Mehdi. Il menù prevedeva una torta salata farcita con funghi, uovo, peperoni, formaggio e altre cose, pane e burro, dolcetti tipo croissants e frutta. Noi abbiamo contribuito con questo piatto:


Una cosa molto importante da dire è che in tutti i locali di Toronto l'acqua è gratuita, anzi è addirittura vietato vendere acqua in bottiglia (così almeno ci è stato detto), perché l'acqua del rubinetto è potabile: il governo spende milioni per potabilizzare l'acqua e quindi sarebbe una contraddizione se poi questa venisse addirittura imbottigliata e venduta, di conseguenza pagata due volte. Quando ci siede al tavolo di un ristorante solitamente il cameriere porta una caraffa o una bottiglia d'acqua e dei bicchieri, poi si può ordinare da bere. Un'altra usanza particolare (non solo canadese ma più in generale americana), è il refill: spesso ti portano da bere e paghi solo la prima volta, poi ti riempono il bicchiere a non finire...non abbiamo ancora capito bene come funziona a dire la verità, perché non accade tutte le volte che mangiamo fuori : 


I ristorante di Toronto sono magnifici, la qualità della cucina è di solito soddisfacente e la sua particolarità è che è molto varia, proviene da tutte le parti del mondo. Quando abbiamo voglia di mangiare fuori prendiamo la metro, scendiamo alla stazione di Saint George e ci buttiamo in Bloor Street, una delle nostre vie preferite: si trova proprio accanto all'Istituto e porta dopo porta offre mille ristoranti, italiano, thai, cinese, giapponese, crèpes, tortillas, coreano, fastfood, pub, brasiliano, giamaicano, afghano...si tratta solo di scegliere, di solito il risultato è garantito. Si può dire in un certo senso che la cucina tipica di Toronto siano tutte queste cucine messe assieme, poiché rispecchiano tutti gruppi etnici della comunità (ma anche perché tutto ciò che approda in Canada viene "marchiato" con una foglia d'acero e tac! la magia è fatta! Vedi insegna canadese del Mc Donald's). 
Il primo assaggio particolare nonché primo errore è stato il cibo thai, che Manu ha provato con i colleghi uno dei primi giorni e non è stato proprio ottimo...qualcosa tipo questo:


Insalatina di antipasto, poi noodles mischiati con radici strane tipo cipolla di sapore (come a destra nella foto) e accanto pezzetti di pollo (niente male) con salsine varie acidine. Il gusto proprio non va questa volta...
Ci diamo poi al giapponese, che ormai conosciamo bene e che ci soddisfa sempre. Si può ordinare in due modi: all you can eat, che costa sui $13 e puoi chiedere tutto ciò che vuoi, prendere un piatto singolo oppure un box con più portate (che costa sui $7). Siccome abbiamo sempre mangiato là per pranzo, quindi avevamo poco tempo a disposizione, abbiamo sempre optato per i box oppure box più piatti singoli. Ecco un pranzo tipo:




In alternativa al ristorante ci sono i soliti paninozzi o le insalatone (guai a prendere la Ceasar's salad perché ci  mettono l'aglio a scaglie!!!), come quelli che viabbiamo mostrato tante volte anche se adesso siamo in una fase avanzata, cerchiamo di non mangiarne più:

Immancabile bacon e formaggio cheddar

Da notare tutte le salse sul tavolo e i bicchieri blu di plastica per il refill...

Ecco due new entry che abbiamo sperimentato a Chicago, da segnalare assolutamente:
la deep dish pizza, ovvero vanto e orgoglio della città, la versione americana della pizza! Esiste ancora la pizzeria di colui che la inventò e da cui poi si è diffusa in tutte la città e anche oltre. Si tratta solo di una pizza molto alta, ripiena di formaggio e, malgrado l'aspetto, Marco e Roberta assicurano che non è male. Manuela si ripromette di assaggiarla, magari la prossima volta:



Proviamo poi un famoso e consigliatissimo ristorante thai e cinese allo stesso tempo: prendiamo risi fritti deliziosi, saporitissimi, con pezzetti di pollo rosolato, piselli, fili di peperoni e scalogno. Il risultato era tipo questo:


Tra le cose da dimenticare c'è anche un certo maiale dalla famosa cotenna croccantissima di cui tutti parlano all'Istituto e che un giorno i colleghi comprano per assaggiare. Si tratta di una grande prelibatezza a dire di tutti, perché i cinesi sono gli unici a cucinarlo davvero bene in città. A prima vista sembra davvero invitante e assaggiandolo poi sembra cotto bene. Tanto che Manu prende la vaschetta che rimane e la porta a Marco per cena. Vogliamo parlare del nostro apparato digestivo durante quel giorno? Dire nauseati è dire poco (Sarà poi che abbiamo mangiato tutti nel mio ufficio e che l'odore di maiale non se n'è andato neanche dopo una passata di disinfettante). Ma la storia non finisce qua perché qualche giorno fa siamo tornati a Chinatown e Manu ha visto per caso con i suoi occhi il tanto celebrato King's Noodle, ovvero la rosticceria dove i colleghi sono andati a prendere l'infausto porco:

Il porco per intenderci è quello più a sinistra appeso 
Chinatown è un mercato all'aperto, zeppo di tutte le verdure e la frutta che uno si possa immaginare a costi stracciatissimi. Il problema però è l'igiene dei locali, la città sta infatti cercando di fare qualcosa per tutelare chi si reca da quelle parti ad acquistare e non sa che spesso tra i banchi si aggirano le pantegane stile Piazza San Michele e ovviamente scatenate la vostra fantasia per capire dove allevano gli animali! Chissà se tutto quello che si sente dire in giro è vero poi...


Cose essiccate, non chiedeteci cosa perché i cartelli non li capiamo! Sembrava frutta e pescetti

Passiamo ora al dolce! Qua possiamo dire di aver provato davvero un sacco di cose. Partiamo dalle specialità portoghesi che qua vanno a ruba: 

Vaschette di pasta sfoglia piene di crema...caramellate al forno prima di mangiarle...gnammi!!
Poi vediamo un po'...la torta brownie, molto frequente trovarla nel menù tra i dessert:


E ancora più tipico la cheesecake, anche se l'ultima volta era troppo alta e quindi troppo formaggiosa:



Ultimi ma non ultimi i dolci cinesi. Una sorpresa. Non certo golosi come un bignè o un tiramisù ma delicati e leggerissimi, come un pan di spagna ma molto più soffici. Ne abbiamo provati diversi tipi, che più o meno erano così: 



E come dimenticarsene: il biscottino della fortuna con il suo messaggio all'interno:


venerdì 24 febbraio 2012

Bienvenus au Canadà!

La prima cosa da dire è che il tempo non è stato abbastanza, due giorni sono troppo pochi per capire qualsiasi posto nella terra. Poi, come dicevo in un commento poco fa, ci sentiamo un po' addosso questo anatema...soprattutto ora che ci siamo trovati ad organizzare un viaggio in Canada, ci siamo resi conto che è tutto molto bello, con la neve e il cielo limpido dal freddo, però non è tutto al massimo. Questi sono posti che DOBBIAMO rivedere per forza, perchè con la primavera e l'estate saranno infinitamente più colorati, più odorosi, più pieni e più visitabili. Il Canada è un Paese che si apprezza soprattutto per la natura e d'inverno la natura è più o meno in letargo (a parte i dannati rakoon...gli orsetti lavatori, a noi non hanno fatto niente ma tutti li odiano da queste parti!) e poi tutte le attività sono chiuse o inattive, vi faccio solo un esempio: non lontano da
Quebec City c'è un porto da dove si parte per fare whalewatching, ovvero si esce a vedere le balene che guizzano come salmoni, ma è possibile solo da giugno a settembre! Tutte le crociere sono ferme, nei parchi non si può fare rafting o kayak, non ci sono collegamenti con i parchi o con i villaggi dei Mennoniti (gli Amish che abitano qua vicino Toronto) eccetera eccetera.
Insomma, non ci lamentiamo perché ci riteniamo davvero fortunati per aver avuto l'opportunità di fare questa meravigliosa esperienza, però diciamo così: ci sta stimolando a tornare per vedere l'altra faccia che non potremo conoscere questa volta!

Anche per Montréal quindi valgono le stesse riflessioni che avevamo fatto per Toronto: chissà come sarà bella l'estate qua, con i marciapiedi pieni di tavolini dei caffé all'aperto, tanto tanto verde, tanta vitalità. La città è davvero particolare: ha un centro storico molto carino, abbastanza europeo, come molti lo definiscono. Nel senso che le strade hanno i ciottoli per terra, le casette sono basse, con portoncini stretti, piccole botteghe e ristorantini da scrutare dietro altissimi finestroni incorniciati. C'è una basilica di Notre Dame, un mercato coperto con cupolone, varie piazzette che ospitano monumenti, un lungofiume con viale alberato e lampioni arricciati. La Vieux Montréal ad un certo punto diventa america, perché le vie che la circondano diventano larghe e piene di macchine, se si alza il naso si vedono un po' di grattacieli, i palazzoni ospitano al piano terra multinazionali, grandi marchi, banche, starbucks ecc. I quartieri oltre questo centro diventano invece Canada, perché ritroviamo le eleganti case canadesi di Toronto, come il nostro hotel, arroccato nelle salite che portano a Mont Royal. La prima sera, anche se stanchissimi, decidiamo di andare fino alla fine della strada, entrare nel parco e iniziare la scalata. Attraversiamo un boschetto, per sentieri e scalette di legno, il sole cala ma la luce è ancora tanta perché tutt'intorno c'è un bel po' di neve che riflette. Arrivati su in cima troviamo una deliziosa terrazza, dove si può ammirare un bellissimo panorama sulla città, i grattacieli, il fiume San Lorenzo e i ponti che lo attraversano, rossi di fuoco riflettono il sole che è già tra le montagne.

La mattina dopo decidiamo di vedere Plateau Mont Royal, un quartiere davvero singolare: le case canadesi trasformano le loro facciate con delle altissime scale di ferro, pericolosissime d'inverno ci dicono, ma piene di vita e di barbecue d'estate. Piano piano, camminando verso il centro, Plateau Mont Royal diventa Quartier Latin, il piano terra e il basement delle case diventano bistrot, ristoranti e pizzerie. Sarà perché è domenica ma i marciapiedi sono colmi di gente, così come i locali: dentro uno di questi ci infiliamo per mangiare un boccone e fortunatamente c'è un tavolino ancora vuoto per noi; tutti mangiano uova e bacon, ma noi proviamo una baguette con salmone, pesto e formaggino e una con jambon et fromage. Ci è andata bene, certo non abbiamo osato troppo nella scelta, ma il giorno prima avevamo provato la poutin, quindi avevamo già finito le riserve di incoscenza! Diciamo che tutti ne parlano, tutti dicono che non è un gran che ma che è da provare. Marco la vuole provare ma Manuela non è convinta. Alla fine troviamo un ristorante carino, un birrificio e pensiamo che è sicuramente il posto giusto per assaggiarla: sarà sicuramente meglio che comprarla dal carretto sulla strada o dallo zozzone dello stadio. Per non rischiare troppo però prendiamo solo una porzione, come se fosse un antipasto e poi altro per salvarci nel caso non ci piaccia. Risultato: bleo! Allora sono patatine fritte, con una salsa di carne (ha tipo gusto di brodo) e tocchetti di formaggio, il gusto non è proprio male, non è disgustosa ma non se ne può mangiare un piatto intero!

Un aspetto da non trascurare, è quello dei senzatetto: a migliaia! Sono tutti rintanati nelle stazioni della metropolitana (peraltro fantastica, una delle più belle mai viste, stazioni enormi e progettate accuratamente, avveniristica direi, piena di arte e di dettagli), al mattino non ci si può sedere nei sedili perché loro ci dormono sopra, bisogna stare attenti a come si aprono le porte delle stazioni per non darle in testa a qualcuno che dorme per terra, la sera a grupponi affollano gli androni. Le persone con cui abbiamo parlato di questa cosa non sembrano avere lo stesso ricordo di Montréal, quindi probabilmente è un fatto legato all'inverno: essendo molto freddo di fuori, loro trovano riparo nella città sotterranea, nelle altre stagioni sono sparsi fuori. È comunque un problema di cui dovrebbero occuparsi (magari pagandogli quel famoso biglietto verso Vancouver, non ricordo se ne abbiamo già parlato).

Quanto al fatto del loro essere francesi: si, sono veramente francesi, almeno così ci è sembrato in questo poco tempo che abbiamo trascorso in città. Pensate uno stereotipo sui francesi e si, i Montrealici sembrano proprio così!

p.s. Chi di voi ha un po' soldi ci può comprare un biglietto per Prince Edward Island? Vorremmo andare là per pasqua...e dai...

p.p.s. Chi ha domande sul Canada ce lo scriva, così vediamo se stiamo imparando qualcosa...

p.p.p.s. Tra stanotte e domani sono previsti 5/10 cm di neve....

mercoledì 22 febbraio 2012

Supermegamitico Quizzone n. 5

Un po' delusi dal calo di partecipazione vi presentiamo quello che forse sarà l'ultimo quizzone del blog...
é sempre molto difficile prepararlo, perché ormai con internet potete fare di tutto, quindi sarà piuttosto difficile. Fate attenzione ai dettagli delle foto, perché spesso la soluzione sta proprio là!

Foto n. 1:

Foto n. 2:

Foto n. 3:


Foto n. 4:


Foto n. 5:




Regole:
- dovete prima di tutto indicare la città dove credete che siamo stati;
- non basta, dovete motivare la scelta con le foto (es. si tratta di Toronto, perché nella prima foto c'è un piccione striato che solitamente si accoppia nella Dundas Square nello sfondo; nella seconda foto invece....);
- non servono trattati, risposte rapide ma giuste!
- un punto in palio e quindi un coso... davvero bellino!
- scadenza Giovedì ore 20:00 italiane

venerdì 17 febbraio 2012

Se vuoi essere canadese, queste cose devi sapere

Ecco alcune curiosità abbastanza alla rinfusa:

. A. A. Milne chiamò l'orsetto giallo che tutti conosciamo Winnie the Poo, in onore di un piccolo esemplare che aveva visto allo zoo di Londra. Ma quest'ultimo non era inglese, bensì si trattava di un cucciolo portato dal Canada da un veterinario durante la Prima Guerra Mondiale, che lo aveva chiamato così richiamando la sua città natale: ?

. Una piccola isoletta coperta di fango rosso è celebre per aver esportato nel mondo le patate e le storie di una giovane ragazzetta amata da tutti noi, parliamo di: ?

. La provincia nella quale è possibile stare a guardare il proprio cane correre per 3 giorni di seguito e che genera i più grandi giocatori di hockey: ?

. Il Wyoming di Clint Eastwood in Gli spietati (Unforgiven), il Montana di Vento di Passioni (Legends of the Fall) sono in realtà semplicemente Canada, perché il Canada è il posto in cui Hollywood si reca per filmare ciò che l'America vorrebbe in realtà essere. Vediamo se riuscite a trovare questi altri luoghi nascosti:
                       
                  Film/Serie                     Ambientato a               Girato a  

                  -Chicago                          Chicago                        ?
                  -Smallville                         Kansas                         ?
                  -X-files                             Mondo infestato            ?
                  -Elf                                   Polo Nord                    ?
                  -Terremoto nel Bronx        Bronx, NYC                ?
                  -Mission to Mars              Marte                           ?

. Homer Simpson ama lo sciroppo d'acero e il caffè preferito di Marge è chiamato Montreal Morn. Chissà perché così tanta attenzione verso il Canada nel cartone?

. USA : Miami = Canada : ? ... gli esperti dei Simpson sono avvantaggiati!

. Passiamo alle invenzioni: cioccolato confezionato in un certo modo, più o meno come tutti noi oggi lo compriamo; una cosa non più fondamentale per fare la spesa, contro la quale tutti ci schieriamo; la hanno quasi tutti gli indumenti, serve a semplificarci la vita;  l'uomo che ancora oggi impersona la potenza americana (ironia della sorte è nato in Canada!)

. Le scatole da 12 o da 24 birre (non meno, perché i Canadesi non se ne fanno nulla di meno di12 birre alla volta)  hanno in Canada una particolarità: ?

. C'è uno dei tanti sport canadesi, uno di quelli che dimostrano le straordinarie abilità dei canadesi di riuscire a concentrarsi e pensare a temperature polari, nonché di mantenere l'equilibrio sul ghiaccio. Chiunque può praticare questo sport da UBRIACO!

p.s. seeeeeeee quizzone a sorpresa!!!!!!!!

Alcune regoline:
. vince chi risponde a tutto entro lunedì alle ore 20 italiane: avete il fine settimana a disposizione, perché noi andiamo in vacanza, quindi vi lasciamo impegnati, così vi preparate per il super quizzone di martedì;
. come l'ultima volta non pubblicheremo le vostre soluzioni fino allo scadere del tempo, ma pubblicheremo i vostri messaggi;
. DUE PUNTI in palio per chi risponde a tutto (ma un solo coso, che già abbiamo finito i soldi) così anche chi di voi è indietro sarà più motivato a mettersi in gioco!

lunedì 13 febbraio 2012

Grattacieli e granai

L'altro fine settimana, per andare negli Stati Uniti non siamo passati per la solita Buffalo, carina, composta e ordinata, la porta ufficiale dei canadesi per il sud, ma siamo passati per Detroit. L'impatto è stato davvero improvviso e inaspettato, direi forte. Scendiamo in stazione per una mezz'oretta perché dobbiamo cambiare bus e ci ritroviamo dopo pochi minuti a pensare le stesse cose, tutti e tre sorpresi, perplessi: dici che si vede che abbiamo attraversato il confine? Una piccola sala d'attesa, sporca, sedili di ferro dipinti di viola e di bianco, gentaglia di tutti i tipi; nei bagni le pianelle sono staccate dal muro, i pavimenti sono neri, i lavandini sono rotti. Facciamo la fila e improvvisamente se ne formano due, manco fossimo in Italia :-). Chi sale sul pullman parla al telefono, ride, ascolta musica rap a palla (senza auricolari). Tutto questo all'una di notte. Ora, vi mettiamo a confronto Toronto: i bagni sono lindi, sia negli esercizi pubblici che nelle stazioni, siano esse della metropolitana dei bus o dei treni; l'acqua dello sciacquone e dei lavandini si attiva da sola con un sensore ed è calda, ovunque (quella dei lavandini, quella dello sciacquone non l'abbiamo provata) in qualche bagno si aprono anche le porte da sole, agitando la mano davanti al sensore. La fila qua si fa anche per salire sul bus cittadino, cioè quando tu arrivi alla fermata c'è la fila indiana, non si formano calche attorno alle porte.

Arrivati a Chicago la situazione non è molto differente. Stiamo in stazione per un po' perché non abbiamo calcolato il fuso orario, quindi siamo un'ora indietro ed è troppo presto. In generale sentiamo una mancanza generale di sicurezza, a cui non siamo abituati a Toronto, soprattutto Roberta, che è alla sua prima volta negli Stati Uniti. Un compagno di corso di Marco un giorno chiede qual'è il telefilm girato a Toronto che parla di armi batteriologiche o qualcosa del genere e il prof risponde che trova improbabile che sia stato girato proprio qua, in quanto non si addice alla città, non sarebbe credibile: se dovessero girare un CSI a Toronto, sarebbe al massimo per la morte di uno scoiattolo, forse assassinato perché rubava una pigna, o più verosimilmente suicida per il freddo. Qualche giorno più tardi prendiamo la metropolitana, che come ormai sapete corre sopra il livello della strada, e facciamo un bel giro. Tutte le linee a Chicago fanno il giro del Loop e poi escono verso le periferie, in direzioni diverse. Noi scegliamo la linea marrone, come ci consiglia la guida, intenzionati ad arrivare al capolinea e poi tornare indietro, ma già dopo una decina di fermate decidiamo di scendere e prendere il treno che va in direzione inversa: appena usciti dal Loop, squallore...periferia, ogni tanto case con le porte e le finestre inchiodate, piazzali di parcheggi, tutto apparentemente molto sporco e decadente.

Come a Washington, anche a Chicago c'è un gran numero di senzatetto. Ad ogni angolo agitano i loro bicchieri di carta pieni di biglie in cerca di qualche dollaro e guai a colpirlo inavvertitamente e rovesciarne il contenuto, gli insulti volano a raffiche. C'è anche qualcuno più furbo o creativo che si offre di farti una foto ricordo, con la tua macchina fotografica ovviamente, e poi ti chiede giusto qualche spicciolo,anche se non accetta monete ma solo contanti. I barboni ovviamente ci sono anche in Canada, pensate che a Vancouver esiste East Hastings Street, una casa a cielo aperto per i barboni (fate qualche ricerchina su google e rimarrete a bocca aperta), però la differenza è prima di tutto nelle proporzioni, tra i senzatetto e il resto della popolazione e più in generale tra il numero delle persone che stanno bene e quelle che a malapena riescono a campare.

Al ritorno il pullman deve fare un'altra strada e così tra Chicago e Cleveland, ci troviamo ad attraversare l'Indiana per interno. Incontriamo solamente case isolate, ognuna con il suo grande granaio a fianco, il pickup, nel retro la piscinetta che tutti avrete visto nei film ora tutta rimboccata sotto un telo, il tappeto per saltare che tutti avrete visto nei film, qualche altalena. Distese sconfinate di granturco e braccia immense di irrigatrici. Nel raggio di 270 km da Chicago c'è il nulla, campagna senza confini, si può viaggiare addirittura nel tempo e arrivare tanto indietro da vedere il 1800, quando si passa vicino ad un villaggio di Amish e alla luce rossa del tramonto il tuo bus corre parallelamente ad una carrozza nera trainata dai cavalli, laggiù in lontananza.

Un cenno particolare va fatto al pullman che ci ha portato da Cleveland a Buffalo. Ringraziamo vivamente l'autista che ci urla di salire sul bus quando gli chiediamo informazioni, la signora che 0,5 secondi dopo ci urla di non parlare la nostra dannata lingua che le fa schifo, la ragazza fuori di testa che parla e ride da sola per essersi seduta a fianco a noi, ma soprattutto per aver cambiato posto dopo un po' di tempo, così abbiamo potuto dormire, un grazie colmo di affetto a quella che ha parlato e riso al cellulare per tutto il viaggio e un in bocca al lupo alla coppia che si stava coprendo di insulti e lasciando perché lei aveva messo le corna a lui (probabilmente).


Ah, questa America, sempre le solite contraddizioni! Ci puoi trovare il meglio e il peggio del mondo, l'arretratezza e l'isolamento e i migliori sistemi di trasporti e comunicazione, grattacieli e granai, l'avanguardia della ricerca e la gente che gira con le pistole, ricchi businessman dividono il marciapiede con poveri svitati, lussuosi centri e periferie col coprifuoco.

sabato 11 febbraio 2012

Nevica, si è inverno


per tutti quelli che si lamentano del freddo...

Da notare il FEELS LIKE -23, che vuol dire che ci sono -13 ma se ne percepiscono -23 cari!

E noi stiamo per uscire a fare un tour guidato della città...vai di intimo termico!

p.s. qua si chiama inverno, non emergenza neve, citando qualcuno. 



Tanti baci da Toronto, buon fine settimana a tutti quanti...

giovedì 9 febbraio 2012

Second, Windy, Charming City

Il taxi ci lascia davanti all'hotel. Scendiamo e ci guardiamo intorno...Gotham City. Un sabato mattina chiaro, un vento gelido, nessuno per la strada, il cielo é di piombo, per le strade sfreccia qualche taxi, i grattacieli bianchi affumicati fanno un semicerchio intorno a noi. Attraversiamo la strada per vedere dove vanno a finire i loro piedi e vediamo per la prima volta il grande fiume che, scorrendo molto più in basso del livello della strada, gli dà  uno slancio pazzesco. La nostra stanza è al trentesimo piano, vista sulla città: milioni di finestre e qualche luce calda all'interno, sono ancora le 8 e Chicago dorme. Osserviamo il paesaggio cercando di cogliere quanti più dettagli è possibile, qualcuno si sveglia nel grattacielo a fianco al nostro, gli omini della nettezza urbana raccolgono i rifiuti giù all'angolo tra la Michigan e la Lake, sono tanto piccoli che sembra tutto finto, un elicottero si affaccia da dietro un altro grattacielo e cerca di tenere l'equilibrio combattendo contro il famoso vento. Ogni notte dormiamo con le tende dell'enorme vetrata aperte e prima di addormentarci spiamo ancora qualche minuto la vita di fronte, gli uffici deserti, il vapore che esce dai tetti. Ogni mattina appena alzati corriamo alla finestra per contemplare ancora.

La nostra prima sera in città abbiamo già ben chiari i suoi punti di forza: l`architettura, moltissimi degli edifici del Loop, ovvero la Downtown, il centro pulsante, sono ancora intatti dai primi del Novecento, a fianco ai nuovi grattacieli di vetro creano quei corridoi di cui non si vede la fine su in alto verso il cielo. Abbiamo la possibilità di entrare in un edificio dei primi del secolo, che un tempo ospitava uffici di ogni genere e adesso è diventato un albergo; le scale e gli ascensori sono ancora di ferro e di legno, le porte delle stanze hanno ancora il vetro e la buca per le lettere, come la 805, davanti alla quale ci fermiamo un po'...era stato l'ufficio di Al Capone, a suo tempo.

Altra cosa che ci colpisce è la musica di sottofondo. Praticamente ogni ristorante, ogni albergo, ogni negozio, diffonde per la strada musica, quella vera. Non l'ultima canzoncina del momento, ma le melodie dei veri mostri sacri del blues, del rock, del jazz. Non è un caso che si siano sviluppati qua. Non è un caso se è considerata la città della Musica. E non è un caso se ci sono tantissimi locali dove si può mangiare o semplicemente bere qualcosa accompagnati da note dal vivo. Noi abbiamo scelto Andy's Jazz, per una cena a base di Ceasar Salad, bruschette e Jam Session.

La Skyline...innanzitutto il contrasto con l'acqua. Se ci si allontana sul molo o verso il Planetario in giornate di foschia, i grattacieli sembrano sorgere direttamente sul lago, il rumore della città si sente appena, si è completamente immersi nella calma e avvolti in quel vento infinito. Appena il sole si abbassa, i palazzi iniziano a brillare, le auto creano serpentoni continui e ci si trova ancora una volta a bocca aperta di fronte allo spettacolo. È straordinario come l'uomo sia riuscito a ricreare la bellezza, con delle cose così brutte come i grattacieli!

Sicuramente non è il periodo migliore per i turisti, non perchè Chicago non meriti di essere visitata in inverno, ma perchè purtroppo molte cose sono chiuse, vedi le gite in barca che sicuramente avrebbero permesso di guardarla da un'altra prospettiva; immaginate di passare tra i grattacieli di Batman con una barca e guardare i ponti che si sollevano al suo passaggio...Stesso discorso vale per il Navy Pier, un molo con un grande parco divertimenti, un teatro che ripropone i testi di Shakespear, tanti localini sull'acqua, piste ciclabili e tutto ciò si anima nelle serate primaverili ed estive. Noi ci siamo andati comunque, abbiamo fatto anche la ruota panoramica e possiamo dire che Windy City è un sopprannome appropriato. Potremmo dire lo stesso per la spiaggia ai piedi di queste montagne di pietra e ferro. Anche questa sarà una di quelle cose che lasciamo sempre indietro in modo da poterci tornare.

Grande fascino suscita la metropolitana scoperta. Delle rotaie poste sopra il livello stradale, permettono il passaggio del serpentone di latta tra i palazzi, con un continuo sferragliare e fischiare tanto da diventare un suono costante come i grilli in estate. Vista da vicino è molto decadente, probabilmente si tratta ancora della prima struttura, quando si sale sulle stazioni per scale di tavola, sotto tettoie di ferro battuto bianco scrostato la prima cosa che viene in mente è: ma darci una passata di vernice no? Però a pensarci bene il salto nel tempo è davvero  notevole e forse fanno bene a tenerla così.

Nient'altro da aggiungere, solo le nostre foto. Che sicuramente parleranno di più!

p.s. domani più foto...

giovedì 2 febbraio 2012

Un grande giorno

Domani è un giorno veramente importante ragazzi, un giorno fondamentale. Voi forse non potete neanche immaginare che giorno è domani. Da giovedì 2 febbraio dipenderanno le sorti della città, del Paese, del Nord America intero! Roba da non credere...domani millemila persone in mille città del continente si alzeranno prima dell'alba e si copriranno per bene, sveglieranno i bambini o li infileranno nell'auto addormentati. Accenderanno per scaldare il motore e si metteranno in coda per raggiungere il posto. Ancora non ci sarà luce e tutti staranno aspettando solo lei. Solo che lei si svegli ed esca fuori. Lei è la marmotta. Perché domani è il giorno della marmotta, the Groundhog Day. Se domani mattina si alzerà, uscirà dalla tana e vedrà il cielo nuvoloso l'inverno finirà presto. Se invece quando uscirà ci sarà il sole e lei potrà vedere la sua ombra, scapperà di nuovo nella tana e l'inverno durerà altre 6 settimane. Noi speriamo nelle nuvole, perché una bella primavera arrivi presto, magari con qualche bella nevicata pesante di tanto in tanto!

Date un'occhiata a questo http://www.groundhog.org/ e vi convincerete per un altro motivo del fatto che gli americani sono proprio strani!

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