martedì 31 gennaio 2012

Superfantastico quizzone n. 3

Grazie ai nostri aiutini potrete facilmente scoprire in che posto andremo in vacanza questo fine settimana. Pronti? Cominciamo!
  • qui nacquero i più alti al mondo
  • è la città di un presidente molto affascinante, nel centro del mirino
  • le rendono grazie tutti gli amanti dei pasti veloci
  • il primo a costruirci una capanna stabile fu un afroamericano
  • eterna seconda
  • nota intolleranza al lattosio
  • c'è chi la assomiglia a Parigi
Ogni concorrente deve scegliere la risposta e poi specificare in un commento chi è e cosa ha votato. 
Vincerà chi sarà riuscito a spiegare più indovinelli (quindi non conta l'ordine di risposta). Accettiamo anche risposte macchinose che non coincidono con la realtà, ma dovranno comunque essere plausibili. 

Noi pubblicheremo i commenti con le soluzioni solo dopo lo scadere del quizzone. Tutti gli altri commenti saranno pubblicati normalmente.
In caso di ex aequo (cioè se più persone danno una risposta soddisfacente) ovviamente saremo noi a decidere chi si merita il cosetto della settimana.

DoveandiamoinVacanza

lunedì 30 gennaio 2012

Spazio Tempo

Solitamente quando si tira fuori l'argomento tempo in una conversazione, vuol dire che non si sa cosa dire o non si ha molto da dire. Lasciamo giudicare a voi se è questo il caso.

Prima di partire, sapevamo che stavamo andando a finire in un posto molto freddo, dove l'inverno ha temperature molto rigide e la neve fa parte dello scenario circostante. Nei primi giorni di permanenza quindi, le doppie calze erano d'obbligo, così come la doppia maglia e l'intimo termico (almeno per noi che venivamo da temperature sui 20°); man mano che i giorni passavano le calze sono diventate un solo paio, così come la maglia e via all'intimo termico. Ci saremo adattati già a questo inverno?! Forse, o forse no. La realtà è che le temperature sono ben 10° al di sopra della media e questo risulta essere l'inverno più caldo da no so quando. Eh si ragazzi, fa caldo....insomma caldo, diciamo che non fa così freddo, siamo sempre intorno allo 0 e se fossimo stati in Sardegna il non fa così freddo sarebbe stato: Tittia bette frittu! Tutto è relativo quindi!
Relativo come le giornate belle o brutte. C'è un detto qua a Toronto riguardo al tempo: " Non ti piace la giornata? Aspetta cinque minuti!" Mai detto è stato più rappresentativo della realtà; nel giro di un'ora piove, esce il sole, arriva un vento ghiacciato e fortissimo, nevica, riesce il sole.

Sempre per quanto riguarda la relatività del tempo, qui le giornate sembrano più corte. Sarà per il fatto che per andare dove si deve andare, ci si impiega sempre un bel po', tra bus, metropolitana e streetcars, ma i giorni finiscono subito e quindi non rimane molto per esplorare il mondo che ci circonda, se non nel fine settimana. Aggiungiamoci anche che quando si sta bene e ci si diverte il tempo vola!

Il fine settimana cerchiamo sempre di programmarci un viaggio, abbiamo deciso di vedere il più possibile, di prendere tutto quello che troviamo, va bene un nuovo angolo di città o una meta lontana (come sarà quella del prossimo week end). La città offre veramente tanto, è all'avanguardia per il sistema scolastico, per la cultura, l'architettura, il design, il cinema (moltissimi film che avete visto negli ultimi tempi sono stati girati a Toronto, anche se la storia è ambientata in un un altro luogo; sarà divertente approfondire questo punto un'altra volta). Per come è composita e multiculturale poi, è piena di cose strane, bizzarre e divertenti. Una delle scoperte più buffe è stato Honest Ed. Si tratta di un magazzino enorme, ma enorme è dire poco, che vende qualsiasi cosa a prezzo bassissimo. Fu aperto da un certo Ed, nel 1948 e la sua particolarità erano proprio i prezzi bassi. Da allora il negozio si è ingrandito, anzi è proprio degenerato:


Oltre ad alcuni reparti di alimentari, abbigliamento puzzolente e cose per la casa c'è una vasta gamma di cose inutili e impensabili. Non c'è bisogno che pensiate a cosa ci può essere tanto non ci arrivereste mai, troverete solo cose impensabili! Abbiamo fatto un bel giretto e, a parte gli scherzi, abbiamo trovato il lavazza crema e gusto a $2.99 e la caffettiera a $11! Scusate se è poco...
Poco distante si trova Chinatown, che garantisce anche in questa città una full immersion nel Lontano Oriente. Come sempre moooolto colorata e illuminata, insegne solo in cinese, tante lampade rosse, mercatini di frutta e verdura a basso costo, confusione generale nei marciapiedi, Tim Horton's pieni di signori cinesi carichi di gioielli cinesi che leggono giornali cinesi e le solite cassiere scorbutiche, però cinesi. Se si passa di qua per il capodanno cinese si può partecipare alla parata dei draghi, che a ritmo di tamburi, fanno danze bene auguranti davanti a ogni bottega e negozio, mangiano l'insalata appesa alla porta e ritirano dei cartoncini rossi.

Nel frattempo è già passato un mese...

mercoledì 25 gennaio 2012

Italocanadesi, bella gente

Il primo giorno andiamo a fare la spesa in un supermarket vicino casa. La commessa alla cassa ci chiede da dove veniamo. Rispondiamo che siamo figli del vecchio stivale. "Ah! Italians...good people!"

Siamo sempre molto amati, nonstante tutte le difficoltá degli ultimi tempi, il mito della nostra cultura, del nostro buonumore, del nostro atteggiamento nella vita rimane molto forte all'estero, questo é innegabile. L'altro lato di noi esiste e tutti lo sanno, peró il nostro é ancora un Paese che ispira, che fa sognare tanta gente.

Il campanello suona qualche giorno fa all'Istituto, sale le scale un signore affaticato con un pacco di lettere che arrivano dal Consolato. Saluta la nuova arrivata e sorride, il suo pensiero vola all'Italia. Si parla un po' della vita in Canada, delle possibilitá che offre ai giovani e della fiducia che questo Paese ha in loro, della sicurezza che infonde. Fantasie lontane...Non basta per lui, perché "per noi, qua...l'Italia rimane sempre la cosa piú importante". I suoi occhi si inumidiscono e luccicano, cerca di spiegare cosa é che li tiene ancora attaccati a quella piccola penisola, nonostante abbiano trasportato la loro vita dall'altra parte dell'oceano e abbiano avuto la forza e la fortuna di migliorarla. Non si puó spiegare. Si vive qua, ma la testa é ancora lá. Sono racconti giá sentiti, raccolti in un giardino di Wolfsburg che era stato riadattato ad orto alla maniera sarda, i due signori sognanti, avevano lo stesso accento siciliano e gli stessi occhi umidi.

Ieri sera alla serata di incontro di una famosa accademia di cucina, mentre fuori una deliziosa leggera nevicata nasconde i dettagli del paesaggio, coppie di anziani italocanadesi impellicciati e impomatati affollano il vialetto e la galleria dell'Istituto. Sono tutti felicissimi, si salutano l'un l'altro come fossero parenti che si ritrovano per una runione di famiglia. Seguono la conferenza e poi si avvicinano al buffet, orgogliosi dei prodotti italiani che si servono e dei premi che l'accademia ha ricevuto. Qualcuno ha fatto arrivare tre panettoni direttamente da Verona per l'occasione, fatti dal miglior pasticcere che esista in Italia, una signora ha preso uno spicchio da due kili di Parmigiano durante le vacanze di Natale in Italia, l'ha messo in valigia (nonostante sia proibito) e l'ha conservato per l'occasione.Il vino bianco é Sella e Mosca, quello rosso é Nero d'Avola.

Non penso che chi lascia l'Italia oggi abbia in cuore lo stesso stato d'animo che hanno queste persone, purtroppo. Forse davvero qualcosa si é rotto nel nostro sistema e sono venuti a mancare dei punti fissi troppo importanti, quegli agganci non ci sono piú, quel sentimento inspiegabile, quella magia si é dissolta.

Oggi é arrivato un pacco, lo apro. C'é un libro dentro e nella seconda pagina c'é scritto:
 Con buona pace del rating di Standard and Poor's l'Italia continua ad essere classificata nel mondo AAA, cioé il meglio per quanto riguarda Abbigliamento, Alimentazione, Arredamento. Dunque l'eccellenza produttiva, ma prima ancora di progetto, di tante imprese italiane merita di essere valorizzata [...] nella convinzione che la promozione dell'Italian Way non sia una divagazione di anime belle, ma la messa in rilievo di un possibile modello di sviluppo, [le cui chiavi di lettura sono] onestá, estetica, innovazione, discrezione, coerenza, semplicitá, etica.

Non so se siamo meglio o peggio, ma siamo gente diversa.
http://www.youtube.com/watch?v=94RhoF70tlI





domenica 22 gennaio 2012

Meltin' pot in salsa canadese

E' trascorsa la prima settimana da pseudo canadesi, nel senso che abbiamo iniziato ad essere parte della città. Vi spiego meglio; quando si visita una città, o un qualsiasi luogo, non si hanno orari, si cammina lentamente guardando ciò che ci circonda, non si sa bene dove andare. In questi giorni invece, la sveglia suonava, si aveva un determinato luogo da raggiungere entro un preciso lasso di tempo, si prendo i mezzi sapendo già dove andare e cosa fare, si usa un passo svelto e si segue quella corrente creata da tutte quelle persone che vanno da un punto A a un punto B.
Oltre a far parte del flusso, abbiamo iniziato anche a scoprirlo più nel profondo: abitudini, credenze, diversità...
Come già saprete Toronto è una città multiculturale, ma forse non sapete che più del 50% delle persone di Toronto non parlano inglese come prima lingua, questo vuol dire che più del 50% delle persone che vivono qui non sono propriamente canadesi. Quindi ti può capitare che ad insegnarti grammatica inglese sia una ragazza rumena, o a insegnarti la pronuncia un signore della Nuova Zelanda. Senza parlare della marea di stranieri che invece cercano di imparare questa lingua, ma che già lavorano in qualche supermercato, nei fast food,...Coreani, Giapponesi, Russi, Francesi, Serbi, una marea di Brasiliani, e così via.
Ma per integrarsi non serve solo la lingua, serve anche conoscere quelle cose che fanno parte di una comunità così diversificata.

Prima di tutto l'Hockey. Sport nazionale e cittadino, è la pizza canadese per intenderci, non possono vivere senza. Il loro idolo, si chiama Gretzky "the Great One". Un campione dello sport che loro hanno inventato e che gentilmente fanno praticare anche agli altri, che continua a riempire le pagine dei giornali, nonostante sia ormai avanti con gli anni. Non conoscere lui significa non conoscere il Canada, o almeno così mi è stato detto.

Secondo un grande nazionalismo. Sanno perfettamente tutto sui personaggi che hanno fatto la loro storia e ne vanno fierissimi, conoscono anche tutti i loro inventori e le rispettive invenzioni ma la cosa più divertente è un eterno paragone con i cugini americani: ogni aspetto della vita è qua migliore, più bello, meglio riuscito, di successo, più alto, più esteso. La sfida c'è ogni giorno in tv, sui quotidiani e ci sono addirittura libri che aiutano a capire meglio. Melissa e Mehdi, si sfidano continuamente a colpi di  "noi canadesi..." si ma noi americani...". Il modello è vincente, si sa, il Canada si trova ai primissimi posti nelle classifiche dei migliori posti in cui vivere e il sogno americano negli ultimi tempi è diventato il sogno australiano o canadese. La qualità della vita è eccellente, la natura incontaminata ospita meravigliose creature, Tim Horton's è meno caro e offre cibi più genuini di Starbucks, le cascate del Niagara canadesi sono molto meglio di quelle americane e ad aspetti come questi si aggiunga che gli americani fanno la fila alla frontiera per...RUBARE IL LAVORO AI CANADESI. Questo è più o meno il succo. Anzi no, un famoso comico locale addirittura propone di candidare un presidente canadese alle elezioni americane, tanto quelli che sono in corsa ora sono degli inetti (per chi volesse ridere ecco il video: http://www.youtube.com/watch?v=BrhA0sEkuaM).  

Terzo, sono per - ma - lo - si. Nessuna delle loro argomentazioni sulla presunta superiorità può essere messa in discussione: guai infatti puntualizzare che il celebre Alexander Graham Bell ha inventato il telefono solo 5 anni dopo di un certo ANTONIO MEUCCI. 

p.s. Nuove foto nel nostro album, frutto di un venerdì di sport e di un meraviglioso sabato di sole a -molti gradi. 


mercoledì 18 gennaio 2012

Nuove abitudini p.2

Ora che siamo diventati canadesi, con questa fantastica cerimonia dei cappelli voluta dal padre di Melissa, possiamo anche passare a criticare i canadesi e i loro modi di fare.
Ovviamente si scherza. L'intento di questo post non è assolutamente quello di criticare la terra che ci ha accolto (semi respinto, poi accolto forse è meglio dire), piuttosto quello di analizzare. Dovete sapere che siamo in una fase di analisi e valutazione perenne, cioè ogni giorno sensori a mille, tutte le terminazioni nervose, tutte le aree del cervello.

L'unico lato negativo del nostro percorso è il mangiare, ma proprio perchè siamo italiani disadattati, perchè si puó mangiare in modi diversi, si puó fare, davvero.
I primi problemi sono piú che altro il reperimento delle materie prime: non é che non si trovino perché abbiamo trovato un supermercato dove c'é davvero di tutto, il primo problema é il supermercato proprio. Di ogni cosa ci sono diecimila varianti; esempio pratico: latte, occupa un intero banco frigo, tipo largo 6 metri. C'é latte scremato all'1%, al 2%, latte aromatizzato al cacao, alla fragola, latte di soia, latte di soia del bengala, latte di mucche nate in croazia, cresciute su marte e trapiantate in argentina, latte di criceto. Questo é piú o meno il quadro per capirci. E tu vuoi latte . punto . Cerchi il sale? C'é il sale del Caucaso, del Mediterraneo, iodato, mineralizzato (?!)... In pratica mancano le cose semplici, le cose BASE su cui si BASA la nostra cucina. Se devo fare del sugo, mi servono dei pelati, non un barattolo con scritto "pasta di pomodori"che poi porti a casa e apri e ti accorgi che é concentrato di pomodoro, quindi devi ri-cucinarlo aggiungendo acqua! é cosí semplice: nella fabbrica anziché fare tutto quel casino e bollire e cucinare, prendi i pomodori, li peli e li sigilli nella scatoletta. L'unica cosa introvabile, di cui proprio non si trova nemmeno un'imitazione scarsa é la panna. Ma ce la stiamo facendo procurare da amici...i soliti italiani all'estero.
La frutta e la verdura sono abbastanza buone, anzi la frutta direi ottima, tutte queste cose provengono dal Messico solitamente. L'altro giorno abbiamo trovato le fragole ad un prezzaccio: 3 scatole da 500gr a $5...cioé, non so se mi spiego. Finirá che diventeremo allergici. 

A parte la materia prima, c'é stato un grosso cambiamento di abitudini anche nel tipo di pasto: il pranzo praticamente non esiste piú, ora pranzo vuol dire "panini" e cena vuol dire: "ore 6, oddio muoio di fame prepariamo la cena". La prima settimana panini voleva dire, "panino caddozzissimo, hamburger e formaggio affumicato + patatine", ora panino vuol dire "compro io il formaggio e del prosciutto a millemila soldi e il panino me lo porto da casa". Cosí tanto per l'attaccamento al nostro apparato digestivo e, magari, a questa vita terrena. Il costo delle cose in generale é piú o meno simile all'Italia, certe cose costano di piú certe cose meno, dipende da quello che cerchi. Ovviamente le cose semplici costano di piú. Esempio pratico: se tu vuoi comprare la lattuga iceberg, costa circa $1.50, ciascuna. Se compri la busta pronta, con lattuga tagliata, crostini all'aglio e salse varie costa meno! Se vuoi scatole di salse per condire la pasta, nei modi piú improbabili, che fanno rabbrividire il piú trasgressivo degli assaggiatori intrepidi italiani, lo paghi anche sotto $1; se vuoi i pelati, introvabili, li paghi anche 0.50/$1 in piú. Le cose che costano meno poi sono tutti i cosmetici (come avevo giá rilevato negli USA), shampoo (il Panthene qua, costa uguale ma é grande il dppio) e compagnia, coca cola e altre bibite varie. Guai toccare affettati, sia formaggi che salumi: quasi quasi li tengono in vetrine sotto chiave per quello che costano e la qualitá é appena sufficiente. La pasta, tanto so che tutti aspettate quella, non é male. A parte che, dopo i minuti che indica la confezione la assaggi e la trovi in quella incredibile condizione di SCOTTO E DURO ALLO  STESSO TEMPO.

Insomma, giusto per sorridere abbiamo raccontato queste cose, non certo perché il mangiare sia un problema. Bisogna essere flessibili e adattarsi no?

p.s. Vogliate scusare il casino di accenti di questo post, per accettare  il quale davvero mi serviranno ore di analisi dallo psicologo, ma la tastiera é canadese e non conosce questi meravigliosi segni, ancora una volta, italiani.....grrrrrr

martedì 17 gennaio 2012

Sunday!

Questa domenica appena trascorsa, un gran bel sole (non proprio caldo) ha reso ancor più bella la gita programmata.

Melissa ( la nostra padrona di casa) con Mehdi (il suo ragazzo), ci ha proposto di andare a conoscere i sui genitori e fare un giretto per vedere le famosissime cascate del Niagara.

Dopo circa un'ora e tre quarti di macchina, che ci hanno permesso di conoscere meglio, quelli che possiamo considerare dei nuovi amici, siamo arrivati in un paesino meraviglioso. Le case sono tutte delle villette e alcune l'ette non ce l'hanno proprio. La tipiche case che si vedono nei film, con un grande giardino d'avanti e dietro, il capanno e il garage, in più il tutto si presenta ora con un meraviglioso velo bianco di neve farinosissima. Veniamo subito accolti da un signore simpaticissimo (il babbo di Melissa) che in un italiano improbabile ci saluta. Subito dopo anche la moglie con grandi sorrisi e un abbraccio ci accoglie e ci fa accomodare. La casa è molto bella e confortevole, calda, accogliente. Nel salotto il camino è acceso, si sente odore di pane caldo e di dolci. L'esperienza è stata favolosa, siamo stati un'oretta circa, abbiamo mangiato alcuni dolcetti, bevuto un te, ma soprattutto abbiamo riso da matti. I due signori sembravano Sandra e Raimondo, in un continuo di botta e risposta, di storielle divertenti e di prese per i fondelli, ci siamo sentiti più che ospiti. Molto molto carini.

Salutati i genitori, abbiamo proseguito con un giretto nelle vigne e cantine locali. Dovete sapere che la zona limitrofa alle cascate è molto rinomata per la produzione di vino, anche in inverno. Usano l'uva ghiacciata per produrre del vino dolcissimo. Le cantine sono splendide,delle ville enormi circondate da vigne, puoi assaggiare il vino che vuoi, è pieno di divanetti e camini accesi. All'esterno vari bracieri accesi ti permettono di cucinare Marhsmallow accompagnati da cicchetti vari. Unica nota dolente....beh non ne beviamo vino. Comunque è stato molto interessante e lo consigliamo a tutti coloro che amano il vino.

Ultima tappa prima del ritorno a casa, le tanto attese Cascate del Niagara. Se dobbiamo essere sinceri a prima vista non siamo rimasti tanto colpiti, forse perché ci aspettavamo di trovare l'ambiente circostante ancora selvaggio e incontaminato. In realtà sia dal lato canadese che da quello americano, svettano palazzoni con scritte enormi. Ci sono casinò, sale giochi, fast food di vari tipi, giostre; sembra di essere all'interno di una sorta di parco di divertimenti. Tutto ciò non rende onore a quelle che sono uno vero spettacolo della natura. Il rombo dell'acqua è fortissimo, si percepisse la sua potenza. Una nuvola d'acqua si alza per non so quanti metri per poi trasformarsi in pioggia continua (che date le basse temperature si è congelata sui nostri giubbotti), il tutto incorniciato da un arcobaleno. In questo periodo le barche non fanno i giri sotto la cascata e quindi non abbiamo potuto ammirare nel modo migliore questo grande spettacolo, ma contiamo di ritornare prima della nostra partenza.

p.s. Il domandone del quizzone ( per Marci e Andrea):
         Qual'era l'indizio nascosto nella prima foto del quizzone?

lunedì 16 gennaio 2012

Dove siamo stati in Vacanza?

Allora, è tornato il momento del QUIZZONEEEEEE!!!

Millemila punti e un simpatico coso in omaggio anche questa settimana per chi indovina dove diavolaccio siamo stati questo fine settimana.

Cominciamo con una foto:

Zona vinicola mooolto importante in Canada, attenzione che nella foto c'è un ulteriore indizio.

Ecco una foto di noi sul posto più importante di questa gita, vi aiutiamo lasciando intravedere le cose in primo piano:

La via principale della città:


E' un posto dove è meglio non portare l'ombrello ma c'è sempre l'arcobaleno!

domenica 15 gennaio 2012

Nuove abitudini p. 1

Come era prevedibile, trasferirsi in un altro posto del pianeta e trascorrerci del tempo, comporta moltissime novità, quelle divertenti e di cui ci si accorge prima sono sicuramente quelle in fatto di abitudini e gesti comuni, di ogni giorno. Certo, lo spostamento questa volta non è stato troppo grosso, diciamo che siamo rimasti sempre all'interno di quel famoso mondo occidentale, abbastanza uniforme nelle usanze, però possiamo assicurare che da imparare c'è tanto e c'è tanto anche a cui adattarsi.

Tralasciando il famoso bidet (e connesso sapone intimo) che sapete tutti già la storia - non esistono/non si usano/pare che se ne possa fare a meno- una delle nuove azioni che abbiamo dovuto introdurre nella quotidianità è la VESTIZIONE-SVESTIZIONE, rito che ti prende quei 5 minuti prima di uscire o quando entri in ufficio o in un luogo chiuso comunque (ovvero un posto dove il riscaldamento permette a tutti gli indigeni di girare in maniche corte, o pantaloncini, o minigonne, sandali, collant...dobbiamo ancora scoprire con quale incantesimo fanno sparire tutti gli strati di vestiti quelli che passeggiano per i centri commerciali, perché non è possibile che noi appena attraversate le porte sembriamo venditori ambulanti, pieni di indumenti, al braccio, legati alla vita, nelle borse e loro svolazzano allegramente senza pesi fastidiosi!). Abbiamo fatto dei passi avanti eh, perché all'inizio facevamo un percorso di accaparraggio di tutto quello che si trovava nell'andito fino ad arrivare alla porta, scaldacolli, sciarpe, cuffie varie, guanti, fino a che, usciti dalla porta quasi partivano i bottoni del cappotto, ora ci fidiamo un po' più del meteo, evitando inutili sudate. All'entrata invece parte la muta, che più o meno funziona così: via gli strati superiori (maglioni pantaloni calzettoni scarponi)- indossare ballerine (no, Marco ancora non indossa le ballerine). Un dubbio di cui molto si era discusso prima di partire era "chissà come si vestiranno questi canadesi, avranno sicuramente negozi speciali di vestiti speciali" e invece no. Sono vestiti come ci si veste nelle altre parti del mondo, in genere non si usano indumenti per neve o cose troppo "montanare", H&M vende gli stessi vestiti che vende a Parigi, a Vienna, a Milano, così come Zara e gli altri. L'unica cosa di cui sono particolarmente attrezzati sono buone scarpe! Capita poi che appena esce un raggio di sole accompagnato da temperature gradevoli (parliamo di qualche grado sopra lo zero) vedi persone per strada in maglietta a maniche corte eh, ma di persone poco normali ce n'è anche da noi.

Una volta usciti i minuti corrono veloci, sali su un pullman che passa praticamente sempre quando esci di casa, pochi minuti e scendi dentro la stazione della metro, salti sul treno e in pochi minuti arrivi in centro. Qualsiasi cosa tu debba fare, la raggiungerai con una corsa di metro o una corsetta di pullman. Devi fare compere, prendi la metro, ti lascia dentro il centro commerciale; vedi le vetrine, se trovi qualcosa che ti piace compri (solitamente l'acquisto è vantaggioso, sia perché il cambio è a nostro favore, sia perché ora ci sono molti sconti e offerte) . Tornando a casa, devi fare spesa, la metro ti lascia dentro il supermercato, scendi, prendi il carrello (che qua si lascia in giro, forse perché passerà poi qualcuno a raccoglierlo, forse perché c'è talmente tanta gente che qualcuno dopo di te lo prenderà per la sua spesa) sali le scale mobili, sei dentro.

A questo punto solitamente si riscontrano i primi problemi di inadattati disadattati italiani, ma questa è un'altra storia.

venerdì 13 gennaio 2012

Quotidianità...

Prima di tutto dobbiamo aprire una piccola parentesi per spiegare come è andata a finire col visto poichè ancora non tutti sanno cos'è successo.
Una volta usciti dal confine Canadese, non possiamo negare che un po' di paura per rientrare l'abbiamo avuta. Paura che non mi riaccettassero o che riducessero i termini del visto di Manu. Così al nostro rientro, abbiamo optato per entrre divisi. E con mio grande stupore l'agente alla dogana, non ha mosso sopraciglio quando ho detto che avevo intenzione di rimanere fino al 14 Aprile. La cosa è sembrata strana anche a Manu, così siamo tornati indietro e abbiamo chiesto ad un'altra poliziotta che ci ha spiegato che il mio visto era valido fino al 30 di Giugno. Vi lascio immaginare le nostre facce alla notizia...(ora Marcolino piccolo non dovrà più avere paura che mettano Marco grande in prigione e gli facciano una puntura....letale!).

Veniamo ora al vero argomento del post.
http://www.youtube.com/watch?v=uZ_fu4Rpqyk

Oggi la sveglia ha suonato verso le 8. Fuori pioveva e ha continuato per tutto il giorno, ciò vuol dire che le temperature stanno continuando a mantenersi sopra lo zero ( fino a quando???). Dopo una rapida colazione e una telefonata verso lo stivale, siamo usciti per iniziare la giornata. Oggi era il primo giorno di lavoro di Manu e per paura di fare tardi siamo usciti con largo anticipo (un'ora per la precisione), ma siamo arrivati con larghissimo anticipo (da rivedere quindi tutti gli orari). Io ho proseguito nella ricerca della scuola d'Inglese e sono arrivato a due possibili candidate:
  • La prima è supermegamitica. L'abbiamo visitata ieri. Si trova al centro, vicino all'istituto di cultura italiana, in un magnifico grattacielo. Ad accoglierci un simpatico omino di nome Nao (dalla cadenza del suo inglese direi che si tratta di un giapponese) che ci spiega i vari corsi, ci indica un prezzo e poi mi fa lo sconto perchè sono Italiano e subito dopo me ne fa un'altro. E' molto simpatico e gentile e ci fa da Cicerone per svelarci tutti i servizi che offre la scuola: una sala ricreazione con una mega tv e lettore dvd dove guardare film vari o rilassarsi, wifi gratuito, computer da poter utilizzare gratuitamente con tanti programmi utili e divertenti, gite che organizza la scuola per socializzare e divertirsi, premi per chi studia e si impegna nell'apprendimento della lingua. Insomma una figata.
  • La seconda l'ho visitata da solo oggi. Se la prima dista più o meno 15-20 minuti da casa, per raggiungere questa ce ne vogliono circa 30-35 e già un punto in meno. Il palazzo non è così scintillante come il primo, ma non è nemmeno una catapecchia, 1/2 punto in meno. Ad accogliermi una signora, che mi rimanda ad un ufficio, altro 1/2 punto in meno. Qui una ragazza mi fa accomodare e mi consegna un volantino con tutte le informazioni e devo quindi fare varie domande per sapere più o meno tutto il necessario ( Nao anticipava tutto ed è stato propositivo, insomma sapeva vendere meglio il prodotto), qui sottraggo ben 2 punti. Niente giro della struttura e niente informazioni su eventuali attività extra-corso, meno 1. I computer che sono riuscito a vedere erano sicuramente più vecchi e in generale la struttura sembrava un po' meno curata, ulteriore 1/2 punto in meno.
Sembra evidente che la prima scuola vinca in modo stracciante sulla seconda,ma....e si c'è un ma. Il Prezzo.
La prima costa più di una volta e mezzo rispetto la seconda, per 4 settimane di corso, il che vuol dire che con lo stesso tanto ne posso fare 8 settimane. Sono ancora combattuto, ma credo che la scelta ricadrà sulla seconda e se non mi andrà a genio potrò sempre cambiare per il secondo mese.

La giornata è continuata con il bucato e poi sono andato a prendere Manu, un po' sfinita dal suo primo giorno. Ora un po' di tv, divano, cena, ancora tv e divano e poi nanna, per poi ricominciare una nuova giornata. La quotidianità!

mercoledì 11 gennaio 2012

Si mettono radici

 Da leggere rigorosamente con questo pezzo
http://www.youtube.com/watch?v=oNgSeJzLJFc 

Si disfano le valigie, si riempono i cassetti, si trova un posto per ogni cosa, si girano i mobili a proprio piacimento, si comprano dei fiori, per il vaso al centro della tavola, si rifa il letto, si aprono le finestre, si progetta la settimana, si pensa alla sveglia del primo giorno di scuola, si mette a posto la spesa, si pensa alle prossime vacanze, perchè ieri sono finite le ultime, domani inizia la nostra vita da non turisti in Canada!

Primo Fine Settimana Fuori Porta (molto fuori)

Questo fine settimana appena trascorso abbiamo dato inizio ad una (speriamo) lunga serie di gite, che ci porteranno anche in capo al mondo (per quelli che escludevano Bora Bora a priori) e abbiamo scelto come primo luogo Washington, D.C. Prima di tutto bisogna dire che qua, nel continente a fianco al vostro, ci si muove in modo diverso da come ci muoviamo noi; le distanze tra le città se rapportate a quelle europee sono enormi e non c'è un vero e proprio sistema di voli low-cost (che per altro non potremmo sfruttare, dato che per noi si tratta sempre di saltare un confine nazionale, quindi i prezzi aumentano notevolmente), insomma non c'è Ryanair in America, ma c'è una rete fittissima di pullman, grazie alla quale puoi raggiungere qualsiasi città da qualsiasi città, anche con pochi dollari. Sembra una cosa di cui diffidare, lo sappiamo, non siamo proprio abituati a questo metodo, soprattutto in Sardegna però, ora che lo abbiamo sperimentato possiamo dire che funziona! Certo, ci abbiamo impiegato molte ore, però abbiamo preso un notturno e abbiamo dormito per tutto il viaggio. Chi prende questi pullman è abituato a farlo come una cosa normale, dalla nonnina alla famigliola con figli, dallo studente ai pendolari, niente rompiballe o ragazzi che ascoltano musica ad alto volume o altri disturbatori come ci saremmo aspettati. Inoltre il pullman ti lascia quasi sempre nel centro della città, quindi non devi pensare al solito mezzo che ti ci porti dall'aeroporto e cosa più importante per noi, costa pochissimo, ovvero i biglietti partono da 1$ e salgono man mano che ci si avvicina alla data della partenza: nel nostro caso con 100€ siamo andati a Washington e tornati in due. Torniamo alla meta quindi, l'abbiamo scelta per un motivo particolare, per andare in un posto importante, perchè tra tutte le altre possibilità ci sembrava la  tappa numero uno per poter cominciare a conoscere l'America. Ed in effetti le nostre aspettative sono confermate: passeggiando per le sue strade si incontrano tutti i momenti, le frasi, i personaggi fondamentali che hanno permesso la nascita di questa nuova nazione e che la caratterizzano ancora. La città si sviluppa intorno ad un'immensa area verde (the Mall) in cui si trova tutto il concentrato di storia: monumenti imponenti, bianchi splendenti, accecanti, la volgliono portare alla grandezza di una città antica, gli spazi misurati ma sconfinati in cui si collocano, i percorsi portano di volta in volta ad un simbolo, un memoriale, una frase incisa già sentita altre volte. Ci sono i primi presidenti, Martin Luther King, la Seconda Guerra Mondiale, il Vietnam, tante mille bandiere a stelle e strisce, la Casa Bianca, il Campidoglio, la Dichiarazione d'Indipendenza. La città è viva, vitale, energica, sarà il sole che ci ricorda una città del sud, sarà tutta questa gente che ogni giorno ad ogni ora affolla il Mall di corsa, da soli o in gruppo, con le cuffie o con il passeggino e il bebè davanti, facendo esercizi ginnici o in bicicletta. Una cosa stona con tutta questa grandezza e questo benessere (anche in questo caso però la città è lo specchio della società amerciana e delle sue grandi contraddizioni) la numerosa presenza di senzatetto. Questo non vuol dire che la città non sia sicura, anzi è super controllata, specialmente nelle zone da noi visitate, i barboni sono però tantissimi, tanto che al  mattino c'è un furgoncino che si fa il giretto e porta la colazione calda a tutti quanti. Oltre a tutti i monumenti importanti, nella zona del Mall si trovano mooolti musei, tutti rigorosamente gratuiti, alcuni anche molto divertenti come quello di storia americana, dove abbiamo trovato una stanza con i vestiti indossati dalle first ladies, o quello di storia naturale con il suo zoo degli insetti.
Due pecche abbastanza grosse: la piscina famosa, quella di Forrest Gump (http://www.youtube.com/watch?v=StGfCVwZKQo) era prosciugata e piena di ruspe, a causa di lavori; il cibo, non siamo riusciti a trovare altro che panini, pollo fritto, patate fritte, panini con pollo fritto, pollo fritto con patatine...sarà che il nostro budget è sempre basso, ma non sembra esserci l'ombra di altro nei menù di questa America. Speriamo di ricrederci nel prossimo weekend di vacanza...

p.s. Altre foto caricate nella sezione Washington, D.C.
p.p.s. Avevate visto che cliccando sulle foto si aprono e si possono scorrere vero?

giovedì 5 gennaio 2012

Ah, Europeans!


Toronto non è una di quelle città da potersi definire "turistica". Per essere una città tra le più grandi al mondo non offre molti punti di grande interesse e sicuramente meno in inverno che in estate. Ma perchè allora Toronto? Beh la città è bellissima. Ha un centro che ricorda NY (sottolineiamo il ricorda), con grattacieli, molto movimentato, multiculturale, ma decisamente molto ordinato e calmo. Il resto della città ha case basse, con giardino. In alcuni quartieri, le case di pietra ricordano lo stile dei castelli inglesi. Molto belle. La prima impressione è che gran parte delle persone stia bene. Insomma una città in cui vivere, o da vivere.

Allora con lo sguardo un po' di Pollyanna, decidiamo che il freddo rigido di questi giorni ci dà l'occasione di iniziare a sentirci parte di questa città. Partiamo da un'azione mooolto comune da queste parti: la gita alla lavanderia. Ovviamente è un'esperienza del tutto nuova per noi, infatti appena entriamo chiediamo al proprietario (un cinese che non sa un'acca di inglese) come fare e lui ci conduce in un tour della lavanderia, indica le diverse portate delle macchine, il posto dove infilare i gettoni e addirittura quasi fa la lavatrice per noi. Deve aver pensato che venissimo dalla luna...beh più o meno. Abbiamo portato a lavare un po' di tutto comprese lenzuola e qualche asciugamano perchè non è che ci sembrassero proprio proprio puliti. Sarà che noi Italiani siamo un po' troppo pignoli. Oh lo dice anche Melissa: l'altro giorno si lamentava di come gli ultimi inquilini le avevano lasciato la casa e di tutto il lavoro che ci ha messo per rimetterla in sesto. Noi l'abbiamo rassicurata, dicendole che con noi non avrebbe avuto certamente problemi. Lei ha risposto felice: "Lo so, lo so. Ah Europei!".

mercoledì 4 gennaio 2012

Super Quizzone ...

Alla vostra destra il quizzone del week end:

dove andranno in vacanza i nostri eroi dal 5 al 10 gennaio????

Simona e Simone lo sanno già quindi il loro voto non è valido....e non sono validi i suggerimenti!

martedì 3 gennaio 2012

Stranezze Canadesi

Ieri un bel sole ci sveglia (non è vero eravamo già svegli, non abbiamo ancora smaltito bene il jetlag) e ci fa uscire fuori casa con un bel sorriso, chissà che le cose non inizino a cambiare stamattina e magari inizino a girare per il meglio. Imbocchiamo il vialetto, ci stupiamo per un pelino di neve che copre tutto il quartiere, ci avviamo verso la stazione della metro. La zona in cui abitiamo è molto carina e anche benestante, molto diversa dalle prime impressioni che ci aveva dato il quartiere dove stavamo a Brooklyn. Per strada c'è pochissima gente, forse perchè le temperature sono un po' scese. Ad un certo punto una signora in mezzo al marciapiede ci fa segno di fermarci: la raggiungiamo, ha uno di quegli aggeggi a rotelle che la aiutano a camminare, ci chiede se possiamo aiutarla. Finisce che facciamo con lei tutta la strada fino alla stazione quasi, mentre lei ci racconta tutta la sua vita, il fatto che è nata due volte (la seconda volta quando è stata battezzata da cattolica), che prima gli davano vent'anni, quando ne aveva venti, poi gliene davano trenta, quando ne aveva trenta poi quaranta quando ne aveva quaranta, adesso ne ha cinquantotto. Ci dice poi che dodici anni fa è venuto a mancare suo marito, qua vi devo scrivere il frammento della conversazione:
(io) -Oh mi dispice!
(lei) - Grazie Manuela, sono sicura che sei sincera. Mi vuoi anche dare le tue consoglianze ora?
- Ah, bè certo!
- Grazie Manuela, sono sicura che sono sincere.
Dopo un po' siamo proprio diventati amici, tanto che ci affida i suoi consigli per il futuro: non fidarsi mai della parola di nessuno perchè il mondo è pieno di cattive persone....sono sicura che la prossima volta che la incontriamo si ricorderà anche i nostri  nomi! Comunque poi Melissa, la padrona di casa ci ha detto che la sua specialità è miagolare quando sali sul pullman...poveretta, deve aver perso qualche lunedì, martedì, mercoledì...

Come vedete iniziamo a conoscere i torontoniani, piano piano ci stiamo costruendo amicizie solide.
Comunque, noi raggiungiamo il centro, fa un po' più freddo, c'è il sole ma ogni tanto arrivano bufere di neve che ci fanno fermare nel marciapiede come due svitati a toccare i fiocchi, per vedere come sono fatti, quanto sono soffici, piccoli, carini.
Nel pomeriggio torniamo a casa e neanche due secondi dopo esserci chiusi la porta alle spalle qualcuno bussa alla porta: apro. Una ragazza cicciottella con gli occhiali e le lentiggini mi guarda e un po' impanicata comincia a farfugliare cose, mi chiede se siamo parenti di Melissa, di scusarla, anzi di lasciare stare che sarebbe andata direttamente da lei. Bo?! Va bè. Dopo neanche un'oretta la tipa torna, apre Marco. Dietro ci sono i suoi genitori. Lei parla a bassa voce cercando di far capire a Marco di stare al gioco forse o bo?! Marco non capisce molto, glielo dice e alla fine lei se ne va. Marco va su ad avvisare Melissa, per capire chi cavolo è questa e lei scende subito. Dopo qualche minuto è di ritorno: la ragazza era la vecchia inquilina del basement (il nostro appartamentino) e aveva detto ai genitori che abitava ancora qua, non sappiamo precisamente perchè. Quando parlava a bassa voce con Marco gli stava chiedendo di fingere di conoscerla e di farla entrare in modo che i genitori se ne andassero. Pensate che aveva addirittura preso un assegno dai genitori per pagare l'affitto, che ovviamente non era arrivato a Melissa (poveretta Melissa "Hei io non ho preso nessun assegno",tra i genitori furenti e la ragazzetta ballista nel panico che viene scoperta..).

Più tardi Melissa ci ha invitato a casa sua, a bere un drink (ovvero acqua alla fine, perchè avevano solo quella!!!) e siamo rimasti là a parlare per qualche ora. Ci ha promesso che ci porterà alla casa dei genitori uno di questi weekend, in un lago vicino alle cascate del Niagara, dev'essere un posto bellissimo da come lo ha descritto.

Scusate se non siamo stati molto presenti nel blog finora, ma questa storia del visto ci ha un po' spiazzato, dobbiamo ristabilire l'equilibrio, ripartire in un certo senso.

Adesso usciamo, anche se ci sono -15 gradi fuori, ma il sole è troppo splendente, faremo almeno una passeggiata!


domenica 1 gennaio 2012

Siamo forse negl'anni '20?


Abbiamo scoperto come si sentivano gli Italiani che emigravano in cerca di fortuna e anche come si sentono ora tutte quelle persone che per vari motivi si muovono dal loro paese e si trovano a scontrarsi con nuove realtà. Ma facciamo un passo indietro e così capirete il perchè di questa affermazione.
Prima di intraprendere questa avventura di tre mesi, ci siamo informati su tutto ciò che servisse per poter soggiornare in Canada. Gli accordi tra Italia e Canada permettono a noi cittadini italiani di stare in questo paese per un  massimo di sei mesi, senza nessun visto, ovviamente per vacanza, senza dover specificare necessariamente, né dove si alloggia né la data precisa del rientro; ai controlli doganali c'è la possibilità che domandino se abbiamo sufficenti denari, per poter sostenere le spese dell'intero soggiorno.
Avendo noi intenzione di rimanere per tre mesi e mezzo, senza lavorare, già con il biglietto di ritorno in tasca, un alloggio già pagato per il primo mese e con sufficenti fondi per non dover barboneggiare per le strade torontoniane, eravamo tranquilli sul fatto che niente sarebbe andato storto, ma.... ebbene si c'è un ma! Non avevamo tenuto conto del fatto che, gli agenti doganali hanno il potere di respingere chi vogliono, se non convinti dalle risposte....CAPITO!!!! Non c'è una valutazione oggettiva delle circostanze che portano le persone in Canada, ma tutto è alla discrezione degli agenti.
E qui casca l'asino.
Mentre Manu passa il controllo senza grandi problemi, io mi ritrovo a rispondere a mille domande, su cosa faccio in Italia, quanti soldi ho, cosa ci faccio in Canada e cose varie e poi vengo respinto e mandato all'ufficio immigrazione (che l'agente fosse uno s*****o si vedeva da lontano un miglio). Qui mi ritrovo a rispondere di nuovo a mille domande e sembrare il più sincero possibile e onesto possibile. E si, perchè in quel momento mi son sentito un fuggiasco, un delinquente sotto torchio, uno che aveva mille cose da nascondere e con l'ansia il mio inglese certamente non è stato dei migliori ( come se poi uno fosse obbligato a parlare un inglese fluente e se uno non ne sa nemmeno una parola che fa?). Comunque dopo aver convinto la poliziotta che le mie "giustificazioni" erano reali, sono stato accettato con questa spiegazione: " Un ragazzo che lavora in un Hotel, che vuole stare tre mesi in Canada, che quindi in questo momento non lavora, ma che soprattutto proviene dall'Italia, che in questo momento è il peggior paese in Europa data la sua condizione economica, suscita numerosi GIUSTIFICATI dubbi alle autorità di frontiera". Ed eccoci arrivati all'affermazione iniziale, forse siamo tornati a quel periodo del '900 in cui gli italiani erano considerati dei trogloditi, puzzolenti e violenti. Insomma il pregiudizio impera e questo vale anche per il nostro paese del sole e del mare.

Stremati arriviamo a casa e tutto sembra finito. Passata la notte un dobbio mi assale. Cosa avranno scritto sul mio passaporto? Stento ancora a crederci, ma nel timbro la data dice: " Expired 30/01/2012". POSSO STARE SOLO UN MESE! Quindi se non riusciremo a trovare altre soluzioni, la mia avventura canadese finirà prima del previsto. Beh, cercherò di godermela al massimo!

p.s. due foto nell'Album giusto per dire che ne abbiamo fatto. Domani dovrebbe esserci sole, faremo tante foto, promesso!

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