sabato 31 marzo 2012

Notizie in pillole

Dopo una conferenza, passare al ricevimento nelle sale del Royal Ontario Museum a museo chiuso, in mezzo agli scheletri dei dinosauri non ha prezzo.

Dopo una settimana in maglietta e gelato in mano, svegliarsi la mattina e vedere i tetti imbiancati, non ha senso!

Dopo la conferenza, andare dal giapponese a mangiare all you can eat fino a scoppiare ordinando di tutto ha un prezzo: $20.

Risposta al quesito di Andrea di mille anni fa: Neil Young rappresenta per il Canada, il cantore ufficiale, il Bob Marley canadese, quello che piace a tutti e non scontenta nessuno, quello che si mette in sottofondo in qualsiasi locale pubblico e ci sta sempre. L'opposto di Justin Bibier o i Nickelback (verso questi ultimi c'è un odio innato e imprescindibile) che vengono ritenuti fasulli e sono amati solo dalle tredicenni (ma anche da Roberta).

Convincere un ragazzo iraniano ad andare a Saint Jacobs mascherandolo come Festival dello Sciroppo d'Acero (nascondendo la presenza dei menoniti) potrebbe essere pericoloso...aggiornamenti in serata.


giovedì 29 marzo 2012

Nothin's gonna stop us

New York perché è la città, dopo Roma. Perché non si ripete mai, perché dopo una visita di soli quattro giorni ci sentiamo riempiti di vitalità e di energia ed ancora frastornati, perché non é mai abbastanza. Perché ti stravolge e non la dimentichi più, perché dopo che la vedi una volta, tutte le altre città finiscono alla sbarra dei paragoni, perdendo inevitabilmente. Perché è un non luogo e allo stesso tempo è un impasto di tutto; riempie gli occhi con la sua bellezza come solo Parigi sa fare e raccoglie in sé molti luoghi della nostra vita, anche se non ci siamo mai stati. É un continuo cambiamento, un flusso, una corrente ma continua a custodire i primi passi della società americana. Non è America, è la capitale del mondo.

Lei non ci ha dimenticato e ci accoglie con una grossa sorpresa: i viali alberati si sono coperti di fiori bianchi, quando il pullman esce dal Lincoln Tunnel, imbocca la Trenaquattresima avvolto dalle nuvole di fiori di ciliegio. La primavera è arrivata in anticipo e ora la città è interamente coperta di fiori, mille alberi di ciliegio, di mandorli e di pesco che non avevamo notato in autunno e che invece erano sempre stati là. Poi le aiuole e i parchi, che sono diventati cuscini di tulipani e gigli. Devono aver speso l'impensabile per ottenere un lavoro così ben fatto, passo dopo passo, block dopo block, quartiere dopo quartiere la cura del verde è maniacale!

Scendiamo dal pullman tra la Settima Avenue e la Ventottesima Strada di sabato all'ora di pranzo: sole e aria di primavera, un caos di persone che passeggiano e traffico. Neanche venti passi e ci diciamo: ma perché sembra di non essere mai andati via? Mentre Roberta si meraviglia e si guarda la città, piccola piccola tra i grattacieli, noi respiriamo aria familiare, aria di casa. Per tutta la prima giornata stiamo in giro dirigendoci a sud, a naso e ricostruiamo un percorso che tocca tutte le principali attrazioni dal punto del nostro arrivo in giù. Ultima tappa del giorno: il nuovo World Trade Center. Che dire...tutto nuovo, tutto cambiato dall'ultima volta, coda un po' scema, (la solita americanata) lunghissima e ti fa passare attraverso controlli di sicurezza, reti, il cantiere, quel cratere ancora aperto. Alla fine arriviamo alle famose fontane, davvero imponenti e iniziamo a capire il taglio di quella che sarà la nuova piazza: un luogo asciutto, liscio, toccante magari e due delle torri, quelle che già svettano, sono sbrilluccicose e abbaglianti. Americana quest'idea di strafare, di far scintillare quel luogo di morte.

I giorni seguenti torna il freddo polare, menomale che guardiamo sempre il meteo! Il cielo è limpido ma c'è un vento pazzesco e noi ci aggiriamo per i corridoi della città, a volte spinti dal vento a favore, a volte arrancando a fatica. Tra le cose nuove, prandiamo il tram sospeso sopra il Queensboro Bridge che merita davvero, voliamo appesi ad un filo per 10 minuti, speriamo che le foto vi facciano venire i brividi!

Bellissimo ri-incontrare Nichelle ed andare a cena con lei da Saraghina, come ai vecchi tempi e ridere tutto il tempo e gioire con lei tornando a casa in macchina in questa gelida notte di marzo, per il nuovo stadio che quel pazzo di Jay Z sta costruendo proprio là a Brooklyn, che di fatto segnerà la morte dei New Jersey Nets e la nascita dei Brooklyn Nets! Lei crede che ormai facciamo parte della città e che presto potremmo avere delle chiamate importanti, se solo ci crediamo, perché "tutto può succedere a New York e nessuno può fermarci perché si tratta di New York".

Attenzione che poi nei prossimi mesi potrete vedere Manu diventare un simbolo di New York, una Manhattan face, perché una tipa che ci ha fermato per strada ha deciso di farci qualche scatto e non si è capito bene perché ha scelto proprio lei per questo non meglio precisato progetto. Sarà che gli altri due volevano darsela a gambe...

Il motivo per cui abbiamo scelto New York, piuttosto che Philadelphia o Boston o che altro, è che quella città noi la sentiamo un po' nostra e non potevamo non passare di là e non ci importava nulla di vedere cose nuove, perché l'ultimo biglietto per gli Stati Uniti di questo viaggio era già stato deciso dall'inizio, dal giorno in cui il nostro aereo si era sollevato sui cieli del New Jersey quasi un anno e mezzo fa.

Questo è quello che possiamo raccontarvi per oggi, se volete sapere altro scrivete qua sotto e cercheremo di rispondere, ma domani, perché oggi siamo proprio stanchi.

http://www.youtube.com/watch?v=rOmkPrhpQGQ&feature=player_embedded

venerdì 23 marzo 2012

Quizzone n° 7

Poiché risulta sempre più difficile creare un quizzone che non risulti semplice grazie agli indizi da noi forniti e dato che il quizzone a fortuna l'abbiamo già fatto, oggi sperimenteremo una nuova forma di quizzone, che invece di far impazzire noi con la ricerca di indizi farà impazzire voi con la formulazione della risposta. Vogliamo fantasia e vogliamo divertirci quindi.....
Dove andremo in vacanza e perché?

Regole:
- dovrete indicare il luogo o la città che visiteremo,
- dovrete spiegare il perché della vostra scelta,
- dovrete spiegare il perché della nostra scelta.

Verrà assegnato un punto a chi scoprirà il posto giusto e un punto a chi darà la risposta migliore (simpatica, divertente,fantasiosa...). 

Ricordando che noi giudicheremo tutte le risposte e solo noi possiamo decidere di assegnare o eliminare i punti (come signori supremi di questo blog) diamo il via alla sanguinosa competizione e che la vostra immaginazione abbia inizio.

p.s. scadenza 28/03/2012 ore 19:00 italiane.

Non è una novità, l'abbiamo detto più volte che volevamo fare questo viaggio. È una tappa importante, un viaggio molto impegnativo ma anche molto atteso...

giovedì 22 marzo 2012

Di Toronto prendiamo

Passiamo oggi alle cose che vorremmo portare in Italia.

Abbiamo già citato l'acqua gratuita nei ristoranti (e non solo dato che in tutta la città ci son le fontanelle da dove poter dissetarsi) ovviamente senza bottiglia di plastica, quindi risparmio e meno danni per l'ambiente.

Per quanto riguarda i mezzi pubblici, anche se non sono efficienti come quelli tedeschi, hanno una cosa molto semplice (che esiste ovunque tranne in Italia a quanto pare) per far si che tutti paghino il biglietto e che siano più appetibili. Si entra solo dalla porta dell'autista e tutti devono mostrare il biglietto; se il biglietto non ce l'hai, metti le monetine nella cassetta appena entri  e lo compri senza sovrapprezzo (non come a Cagliari che o non c'è o costa di più perché te lo vende l'autista); le famose corsie dedicate sia per i bus sia per gli streetcars permettono di saltare il traffico cittadino con la possibilità di raggiungere qualsiasi punto della città circa dalle sei di mattina all'una di notte, di conseguenza si può fare a meno della macchina, quindi meno traffico e così via...Ovviamente questa è un'utopia, dato che il sistema dei trasporti nelle nostre città andrebbe rivisto completamente, dalla base. D'altra parte qua i mezzi COSTANO: un ticket singolo costa $3, un pass settimanale $37.5, quello mensile $126!

Gli spazi. Toronto per quanto sia la quinta città più popolosa del Nord America è a misura d'uomo: piste ciclabili, grandi marciapiedi e parchi, tanti parchi. Le case hanno tutte il giardino più o meno grande e non esistono enormi muri e recinzioni che tolgono profondità e ampiezza agli spazi. In tutto questo c'è da aggiungere la meravigliosa università che occupa il centro città, un vero campus cittadino fruibile da tutti, che più che un campus sembra un parco, con le casette per gli studenti e le facoltà in stile Cambridge/Oxford.

Musei. Qui la grande genialata. Tutti almeno una volta sarete andati in un museo e magari dopo aver camminato tutto il giorno. Dopo un'oretta che osservate le varie opere non ne potete più di stare in piedi e non vedete l'ora di trovare un posto comodo dove riposare la carcassa. Ci sarebbero i sedili a posta, ma sono sempre occupati guarda caso e poi ce ne sono uno ogni 27 stanze. Ebbene qui ci sono dei fantastici sgabellini leggeri e pieghevoli che puoi portarti dietro in tutte le sale e poi lasciare negli appositi porta sgabelli quando non li vuoi più, un modo molto comodo per godersi l'arte! Avevamo pensato più volte a questa genialata ma non avevamo ancora trovato un museo che avesse messo in pratica...

Le case. Per la loro struttura carinissima, il prato davanti, il patio all'ingresso e le scalette, i tetti appuntiti, il basement sotto, quella sorta di seminterrato che diventa appartamento per gli ospiti, il backyard, dove mettere l'orticello e il barbecue.

Tim Horton's. Una delle cose che ci mancheranno di più: la merenda da Tim Horton's quando ti si sta ghiacciando il naso, fare la fila fuori e infine guadagnare il tuo grazioso doughnut con glassa al cioccolato, o una cioccolata a temperatura di fusione del nocciolo e ancora i muffin, i cookies e le interminabili diattribe con le cassiere acide che non parlano inglese e non capiscono che se prendono il doughnut col tovagliolo e poi glielo lasciano attaccato, quando tu lo prendi e tiri la carta gli rimane incollata tutta la glassa...e questo può dare una brutta sterzata alla giornata...

Ce ne sono mille altre cose da portar via, bisogna solo vedere cosa ci sta in valigia! Al massimo compriamo un bagaglio in più...
http://www.youtube.com/watch?v=8uQJ2uFhurM

martedì 20 marzo 2012

Locali Pubblici: Italia 1-Canada 0

Abbiamo pensato a dei post che tirino un po' le somme, che siano frutto di questa breve conoscenza, quindi certamente imprecisa e da approfondire, che si soffermino sulle cose da portare in Italia e su quelle che invece i canadesi potrebbero venire a prendersi. Da quali si comincia?

Tra le cose che non vanno c'è prima di tutto l'igiene nei ristoranti e negli esercizi pubblici in generale. Le nostre abitudini sono decisamente diverse, diciamo che in Italia le regole sono molto più restrittive e in questo caso abbiamo da insegnare. Innanzitutto il tavolo dei nostri ristoranti è apparecchiato e possiamo dire che anche nei ristoranti più bettole c'è sempre una certa cura affinché tutto sia a posto, ovvero tovaglia+tovaglioli+forchette+bicchieri. Qua non esiste la tovaglia, le forchette possono poggiare anche direttamente sul tavolo e i bicchieri sono spesso devastati, possono essere di plastica (non usa e getta, di plastica e ogni volta vengono ri-lavati) e non si fa caso ai segni di rossetto della signora che ti ha preceduto. Per chi ha anche solo una minima esperienza in ristorante in Italia queste cose fanno rabbrividire: ancora per noi è un vizio perlustrare il bicchiere in controluce prima di usarlo...penso sia cosa comune. In generale le condizioni dei locali lasciano molto a desiderare se paragonate al ristorante medio italiano, dove non ci può essere un pelo fuori posto e la presentazione deve essere impeccabile, ma anche la stessa struttura spesso non è adeguata. L'HACCP sappiamo che esiste da queste parti ma come fanno ad approvarlo? Anche se andiamo a paragonare il Birrificio di Cagliari, che è la cosa più rustica che mi viene in mente o localini angusti come l'ex Iguana, il confronto continua a non reggere. Gli esempi canadesi più raccapriccianti in questo caso sono due: il primo è un bar dove abbiamo consumato un panino veloce a Montréal. Accanto all'ingresso della cucina (che stava accanto all'ingresso dei bagni) c'era un mobiletto a più piani  carico di polvere mista a quel genere di unto che si trova sulla cappa della cucina, fili della cassa, boccali per l'acqua capovolti pronti per essere usati, macchine per gli scontrini in disuso e ragnatele; lasciava nello spazio sotto di sé un'ombra, un rettangolo nero di sporcizia che dimostrava come chi pulisce non passa da quelle parti da tempo, ma preferisce fare il giro attorno con il mocio! Una composizione davvero degna di una copertina dei "Racconti del Brivido" proprio la in mezzo ai tavoli dove tu mangi...
Il secondo esempio invece è il negozio cinese di alimentari: roba da arresto. Intanto quando entri c'è una puzza che ti rovescia, identica a quella della sabbia del criceto per chi ce l'avesse presente. I cani possono entrare e scorrazzare tra la frutta e la verdura, che spesso si accumula in montagnette per terra, le cassiere utilizzano dei guanti tipo di lana che ormai sono da una parte neri, non abbiamo capito se lo fanno per una questione di igiene, in ogni caso quella è una delle soluzioni meno igieniche che mi vengano in mente. Ma la cosa davvero peggiore, che ci ha fatto veramente arrabbiare (perché questo proprio non è tollerabile) sono le cataste di frutti di mare e pesce vario inscatolato e surgelato che stanno accanto ai congelatori. ACCANTO. Non si capisce bene anche in questo caso quale sia la loro idea, se li scongelano e li ricongelano o se direttamente li lasciano fuori a prendere aria per gli amanti del marcio e dell'intossicazione alimentare.

Per una volta si può dire che queste cose in Italia NON ESISTONO e se si può passare sopra la tavola non apparecchiata, penso che quest'ultimo caso della roba scongelata sarebbe durato un giorno al massimo, il secondo stai già chiudendo. Anche per quanto riguarda i locali pubblici, per la poca esperienza che ne ho, so che se non hai certi requisiti non apri proprio, non ti danno il permesso di aprire, quindi già in partenza sei controllato. Poi se commetti infrazioni e passa la ASL ti fa chiudere e qua ci può stare il discorso che la ASL magari non passa (il solito discorso che le regole in Italia ci sono ma non vengono applicate) ma in questo caso non ne sarei così certa, a detta dei ristoratori i controlli sono anche troppo insistenti.

Per chiarire meglio vi parlerò ora dei ristoranti di New York, che sì lo so che New York non è il Canada, ma non è neppure così distante. Partiamo dal fatto che a New York (come in Canada) tutti i locali devono esporre sulla porta la licenza e che in questa licenza c'è raffigurata a lettere cubitali la fascia di qualità a cui appartiene il locale: A, B o C. Puoi rientrare nella fascia A se commetti fino a 13 infrazioni, B dalle 14 alle 27, C dalle 28 in poi. Eh? Cioè un ristorante è in fascia A ma ha commesso 13 infrazioni??? Già è strano...Giorni fa trovo su internet una cosa davvero interessante, ovvero una mappa che ti permette di visualizzare per qualsiasi locale della città il report degli ispettori sanitari così cerco tutti i locali che conosco giusto per curiosare un po' e...sorpresa! Praticamente tutti i ristoranti che trovo sono di fascia A e hanno commesso infrazioni quali: sono stati trovati ratti nei locali, i cibi non sono conservati nella maniera giusta (temperature o confezioni chiuse), gli strumenti per la lavorazione dei cibi non sono puliti, il personale non è pulito, vermi dentro un certo alimento ecc...roba da metterso le mani nei capelli.

Saremo anche maniacali in cucina, non c'è dubbio, siamo pignoli e perfezionisti e lo riconosciamo. Però in questo caso abbiamo da insegnare tanto, davvero tanto.

lunedì 19 marzo 2012

Dagli amici Amish, part 1

Ieri il sole ci abbandona, si nasconde dietro una fitta nebbia che ancora non avevamo visto da queste parti. L'allegra combriccola si ritrova nel backyard alle 10 e mezzo, prende la macchina e si dirige a nord, destinazione Saint Jacobs! Mehdi e Melissa non ci sono mai stati così, carta alla mano andiamo alla scoperta della campagna in Ontario. Dopo circa un'ora e mezza siamo là nel piazzale del mercato dei contadini e il timido sole finalmente ha preso coraggio. In realtà la nostra impressione è di essere nel bel mezzo di un film americano: tanti banchetti tipo fiera, pozioni miracolose, corde indistruttibili da mettere alla prova col Pick-up, gli incredibili "motorini" che qua non usa nessuno e sono esposti tipo merce rara, carinissime composizioni di legno per il giardino e millemila banchetti di cibo, non esattamente sano. Siamo sul friggi tutto (vedi Homer Simpson che si frigge la maglietta), assaggini con stuzzicadenti, salsiccioni dai colori tropicali, orecchie secche di maiale per il cane, mancava solo il chili iper piccante!!! Il mercato si estende sia all'aperto che al chiuso in una struttura di legno piena zeppa di gente...sarà che è sabato, ma tutta Toronto sembra essere qua! L'attrazione fondamentale sembrano essere però i Mennoniti, gli Amish di qua accanto. Vendono solo le proprie cose, cioè i propri prodotti come sciroppo d'acero, salsiccioni, miele, verdure e oggettini tipo souvenir; arrivano al mercato con il loro calesse e sono vestiti tutti quanti nello stesso modo. Dopo aver fatto un bel giretto sghignazzando per le stranezze e mangiando uva passa con glassa di cioccolato, riprendiamo la macchina per andare al villaggio, ma con grande sorpresa vediamo che non è proprio Amish questo villaggio: cioè il villaggio è tutto di legno e colorato, ci sono dei murales (che in realtà sono sul legno quindi come si chiamano?) che ritraggono scenari tipici ma non c'è traccia di questi personaggi, nè delle loro modeste abitazioni. I suddetti devono vivere da qualche parte qua attorno ma chi sa dove? E come si arriva alle loro case e fattorie? Insomma non siamo riusciti a vedere proprio da vicino, quindi ci siamo ripromessi una nuova missione, magari più avventurosa...

Ci rimettiamo in viaggio, indossiamo gli occhiali da sole, finestrini e tettuccio aperti, 20 gradi, raccontiamo storie divertenti...

http://www.youtube.com/watch?v=w_DKWlrA24k&ob=av2n

Ragazzi preparatevi che il prossimo fine settimana ci sarà un'altra vacanza e un altro quizzone, non sappiamo ancora se prima della partenza o dopo il ritorno..

venerdì 16 marzo 2012

Super Inflazionato Quizzone da tutti Abbandonato

Ci stiamo ormai preparando per una nuova vacanza e vi vogliamo dare l'opportunità nel frattempo di tirar su qualche punto, soprattutto per coloro che non hanno voglia di spaccarsi la testa a trovare le soluzioni e si affidano al fattore C. Le possibili soluzioni sono, Ottawa, Saint Jacobs ovvero il villaggio Mennonita (tipo Amish), il famoso Parco Algonquin, uno dei più belli dell'Ontario e infine Boston, perché ancora c'è qualcosa da vedere negli Stati Uniti.

Ricordate di precisare chi siete e cosa avete votato in un commento, in palio c'è un punto e un coso!!!

DoveAndiamoInVacanza

giovedì 15 marzo 2012

Improvvisamente la Primavera

Sabato scorso faceva un freddo da far seccare le orecchie, domenica 14 gradi ha dato inizio alla primavera! Ovviamente primavera anticipata. Ovviamente perché già l'inverno è stato anomalo, infatti OGNI persona nuova che abbiamo conosciuto si è dilungata a spiegarci che questo non è stato proprio un inverno ma un mezzo inverno, perché non c'è stata nemmeno una nevicata o una tempesta di neve e la suddetta neve non ha mai raggiunto i venti centimetri, come accade di solito per mesi interi. Quindi vedere i boccioli sugli alberi a metà marzo è ugualmente anomalo, perché solitamente a quest'ora faceva molto più freddo e non capitava di rado vedere qualche bella nevicata di fine marzo. A noi tutta questa anomalia va proprio bene, ci troviamo d'accordo con Madre Natura nelle sue scelte alternative: ci godiamo il bel sole e l'aria piacevole, che in certi momenti ricorda lo scirocco di luglio per la differenza che c'è con il wind chill dei mesi passati, quando il vento con una sola folata era capace di bloccarti la muscolatura facciale in una smorfia permanente. Ora ce la spassiamo nei parchi, a chiaccherare sulle panchine di fronte ad un bel tramonto, nel loft di un grattacielo adibito a ristorante chiccoso, dove possiamo ordinare solo cocacola e succo, in giro per Chinatown a cercare nuovi affari. Tra l'altro poi da sabato notte siamo GIÀ passati all'ora legale (perché siamo troppo avanti, o forse perché l'hanno deciso gli Stati Uniti qualche anno fa e quindi bisognava uniformarsi), quindi i vantaggi si sono improvviasamente moltiplicati e all'uscita da lavoro ci sono ancora ore di luce per fare cose nuove.

Ma la cosa veramente anomala di questo periodo per noi sono ancora una volta i canadesi! Sono esplosi assieme col bel tempo, in un tripudio di sandaletti, gonnelline fiorite, magliette a maniche corte, infradito, canotte, pantaloni al ginocchio e minishorts, sfoderano cerette impeccabili e gambe mozzarella, ma soprattutto le calze! Due tendenze principali: 1. addio alle calze; 2.calzettoni tirati su fino al ginocchio che lasciano il resto della gamba sconsolato, con quel contrasto che è un pugno in un occhio più di una centrale nucleare nelle campagne di Ardali. Siamo al livello di abbigliamento del nostro giugno, la temperatura massima sarà 16 gradi, noi abbiamo abbandonato i maglioni, ma il cappotto ci segue sempre e stiamo cercando di lasciare a casa gli scarponi. Invece loro sono così, taglio netto, tutti a correre o sulla bicicletta, qua sotto nel quartiere dell'università i ragazzi portano il divano in giardino, in mezzo all'erba, c'è chi squadra le pollastre che passano di fronte, c'è chi fa due tiri a rugby, la domenica si caricano i bambini nel carretto di plastica (esiste davvero!!!) e li si trascina al parco o in spiaggia, dove giocano scalzi in mezzo alla sabbia/terra. Più in generale in giro c'è un fermento che neanche a Cagliari per Sant'Effisi, le persone sembrano essersi improvvisamente moltiplicate, si fatica a farsi largo per i marciapiedi, c'è una gioia rara nell'aria...

http://www.youtube.com/watch?v=wlq0lYB3iSM

lunedì 12 marzo 2012

Toronto, tante scoperte...

Sole, sole, sole...caldo, caldo, caldo...FINALMENTE!
Il tempo sta diventando sempre più primaverile, o meglio un giorno fa -2° e il giorno dopo +17°, ma i + stanno diventando sempre più e i - sempre meno e per fortuna il + 17° ci è stato gentilmente regalato in questa splendida domenica di marzo. Ovviamente non potevamo lasciarci scappare una giornata simile e abbiamo deciso di appagare la nostra sete di fotoamatori.

Prima tappa le spiagge "The Beaches", un bellissimo lungo lago, anche se più che stare su un lago sembra di stare in riva al mare, manca solo l'odore e per noi sardi l'acqua è un po' troppo verde. Chilometri di piste ciclabili e di passerella dividono i boschetti d'acero dalla spiaggia. Tante persone, tanti cani, tanti bambini, tanti ciclisti e tanti corridori, affollano questo quartiere. Le case sono meravigliose e forse abbiamo deciso che potrebbe essere questo il nostro quartiere preferito (a dir la verità ogni quartiere che visitiamo Manu vorrebbe comprare una casa...). Nonostante la moltitudine di gente, il quartiere da un senso di quiete pazzesca, sembra di essere in un paesino mica in centro città. Tutto è ordinato e pulito. Spendiamo l'intera mattinata passeggiando e facendo un po' di fotosintesi, per poi dirigerci a mangiare un boccone inconsapevoli della sorpresa che ci attende: una parata del Saint Patrick Day....cappelli, occhialoni, ghirlande e quadrifogli, tutti rigorosamente verdi, sono indossati da tutti gli spettatori festanti, il tutto accompagnato dalla bellissima musica delle cornamuse.

Il pomeriggio decidiamo di visitare Riverdale Farm, una fattoria all'interno della città. Molto carino, il parco è gestito proprio come una vera fattoria e non come uno zoo. Anche qui tante persone e bimbi passeggiano per il quartiere, e anche qui la calma e la tranquillità sono stupefacenti. Un po' come tutti i quartieri, pure qui le case rimangono basse, di due o tre piani, villette mono o bifamiliari, con giardinetto più o meno grande, patio e niente recinzione ( e anche qui Manu decide di voler comprare casa..).

Per concludere la giornata in bellezza, optiamo per andare in un bel posto panoramico e catturare qualche ricordo della silhouette di Toronto. Ci dirigiamo quindi a Broadview Avenue. Anche questo quartiere ci conquista e la vista è spettacolare. Una collinetta sovrasta un parco e un prato enorme e lascia la visuale pulita per cogliere buoni scatti. Tanti fanno ginnastica. C'è chi corre, chi corre col cane, chi gioca a baseball, chi a tennis, chi gioca a frisbee e la cosa che ci lascia senza parole, c'è chi prova il paracadute da parapendio. E' tutto molto bello, anche la caffetteria dove prendiamo l'amato cookie e un succo (se mai ne aprirò una la vorrò come questa). Tutto semplice, ordinato ed estasiante. 

Che dire di più di questa meravigliosa giornata, forse che il sole rende tutto più bello o forse che Toronto è proprio una bella città. Siamo sempre più convinti della seconda opzione. Ora non rimane che scegliere il posto dove comprare casa ;-), noi forse preferiamo Cabbagetown, e voi? Date un'occhiata anche alle foto di Forest Hill, il quartiere iper ricco che abbiamo visitato ieri: esteticamente perfetto, composizioni di fiori secchi negli esterni, canestro ogni 5 metri, neanche un pelo fuori posto, famiglie stile Mulino Bianco che sbucavano da portoncini incorniciati. Speriamo che le foto riescano a mostrarvi ciò che abbiamo ammirato...

p.s.: Credo di essere l'unica persona che riesce a scottarsi in Canada in inverno.



Questo post è stato gentilmente sponsorizzato da....


giovedì 8 marzo 2012

Art Gallery of Ontario

Visto che ancora i musei non li avevamo considerati e visto che ci stiamo muovendo per fare tutte le cose che non avevamo ancora fatto perché ormai il tempo stringe, ieri siamo stati alla Art Gallery of Ontario. 
A parte la sezione delle opere europee questo straordinario museo ha una collezione di arte canadese, sia moderna che contemporanea: assolutamente da vedere! L'aspetto più sorprendente è che finalmente ci si trova davanti a opere nuove, a paesaggi che non sono i soliti luoghi comuni della borghesia o nobiltà francese, bellezze formose, girasoli o nature morte. Per la prima volta una corrente artistica nata da esperienze diverse da quelle che hanno formato gli artisti che si vedono ad Orsay, al Prado o alla National Gallery, che illustra sentimenti ed emozioni per noi sconosciuti, come la vitalità di boschi sconfinati, le mille sfumature degli aceri in autunno, i riflessi rosa della neve al tramonto, l'angoscia dell'isolamento nei villaggi dispersi nel profondo nord. 
A differenza dei Metropolitan di New York che aveva una sezione americana ma era tutta guerra civile, cavalli, cavalieri, guerra civile, nordisti e sudisti, medaglie, e lo stile era sempre quello pomposo, del Settecento europeo, questa è una corrente davvero "indigena", originale. Almeno per i soggetti...


La sezione che abbiamo apprezzato di più è quella del Gruppo dei Sette, ovvero "un'associazione di pittori canadesi sorta attorno agli anni Venti, composta originariamente da Franklin Carmichael, Lawren Harris, A. Y. Jackson, Frank Johnston, Arthur Lismer, J. E. H. MacDonald e Federico Varley. Tom Thomson, morto nel 1917, e Emily Carr li appoggiarono dall'esterno. Il merito di questi pittori, che si ispiravano soprattutto all'impressionismo francese di stampo parigino, fu quello di valorizzare il paesaggio canadese che prima di loro sembrava non essere interessante dal punto di vista artistico e quindi poco descritto e interpretato."

Giusto per farvi partecipi, ecco qualche esempio: 

The Solemn Land, 1921
J.E.H. MacDonald
Serenity, Lake of the Woods, 1922
Frank Johnston
Round Lake, Mud Bay, fall 1915
Tom Thomson
E il nostro preferito:

Lake Superior,
Lawrence Harris

Northern Painting 25, Northern Landscape II, 1930
Lawren Harris
Per la serie angoscia invece William Kurelek:

After Blizzard in Manitoba, 1967
Home on the Range, 1967
Come li trovate???

A presto con una nuova recensione di cibi strani...martedì siamo andati a mangiare Persiano!!!

lunedì 5 marzo 2012

High Park and Roncesvalles Village

Incoraggiati dal bel sole mattutino e non intimoriti dai -6 gradi usciamo presto in direzione High Park. Sappiamo poco, più o meno solo che è un parco enorme dentro la città.
A prima vista sembra più un bosco che un parco vero e proprio, tanto che un cartello avverte i visitatori di far attenzione ai coyote che a quanto pare si aggirano da queste parti (da noi la gente si stupisce per le caprette saltellanti, qua può capitare che un coyote corra dietro al proprio barboncino....). In realtà essendo molto grande, la parte ovest, attraversata da una vallata, sembra lasciata un po' alla natura. Attraversiamo diversi sentieri, scendiamo lungo un pendio pieno di alberi secolari e raggiungiamo il laghetto. Molto carino, tante anatre e cigni, le casette appuntite che si affacciano dall'altra sponda e soprattutto qualche filo di erbetta verde che comincia a spuntare. Quasi tutto è ancora avvolto dall'inverno infatti, anche se moltissima gente lo affolla per passeggiare e per fare jogging. Ancora una volta riflettiamo sul fatto che in estate il posto deve essere una meraviglia. Non visitiamo tutto, il sentiero infatti ce lo fa attraversare da nord a sud: torneremo quando la primavera sarà arrivata, i famosi ciliegi saranno fioriti e lasciamo alla prossima volta anche i campi da baseball e lo zoo.

Percorriamo il perimetro del parco verso nord, fino al maestoso ingresso est quando la nostra attenzione è catturata dalla via immediatamente a destra: stiamo attraversando un altro dei meravigliosi quartieri residenziali di Toronto, ancora una volta delizioso, ma diverso. In questo caso gli spazi sono molto americani, la via è larghissima, i marciapiedi sono alberati, le casone sono comodamente adagiate su una fetta di erbetta che crea una collinetta, c'è il famoso garage staccato. Si tratta di un quartiere più recente, tipo anni '40/'50, quindi tutt'altra cosa dalla bellezza degli edifici storici di Annex (il quartiere dell'Istituto), ma le case hanno tutte uno stile molto simile ma ognuna è particolare e curatissima. Abbiamo trovato l'ennesima conferma che questa è una città meravigliosa da vivere, che a due passi dal centro il verde delle strade è più forte del grigio del cemento e gli alberi sono più alti delle case.

La via ci conduce a Roncesvalles Village, un quartiere molto attivo e colorato, a pochi passi dal grande Lago Ontario. Mentre passeggiamo ci accorgiamo di essere nella "Little Polonia" di Toronto, come dicono le bandiere appese, i nomi delle vetrine e l'alta percentuale di biondissimi che incontriamo. Le vie sono piene zeppe di pasticcerie, panetterie e caffè tanto carini, negozietti di giocattoli, vestiti e scarpe molto originali. Sarà il sole, sarà l'aria di paesino ma questo posto ci piace proprio! Per pranzo poi ci fermiamo da Aris Place, un ristorante a conduzione familiare che ci incuriosisce e che scopriamo essere pieno di gente, una volta aperta la porta di vetro che rifletteva la nostra immagine. Scelta perfetta, ci becchiamo un tavolo e due menù e dalla prima occhiata sembra essere davvero economico. Tutto lo staff ha origini polacche e le cameriere sono molto gentili e affettuose. Prendiamo un Becon and Eggs ed un Mega Breakfast, ovvero un piattone con due salsicce, bacon, uova, patate arrosto, due pancake, burro, marmellata di fragole e sciroppo d'acero...niente male...annotiamo subito il nome, diventerà il nostro posto preferito per la domenica!

giovedì 1 marzo 2012

Bilanci di metà strada

Più o meno vi  avevamo detto che ci sentiamo in partenza penso. Il countdown che avevamo acceso una settimana prima della partenza ora si è riattivato e corre, corre troppo. Non che ci siamo mai sentiti davvero stabili eh, perché sin da quando siamo partiti lasciandovi in mezzo alle feste e agli stravolgimenti, sapevamo che il nostro viaggio sarebbe durato troppo poco. In seguito, al nostro arrivo le varie vicende del passaporto di Marco non hanno messo meglio le cose. A partire dalla nostra "ripartenza" però abbiamo lasciato le vacanze al fine settimana e  costruito una piccola vita parallela di quotidianità e abitudini davvero comoda e accogliente, affollata di persone nuove e di mille cose da fare. Ci siamo affezionati al freddo dell'inverno: ogni giorno ci ha assicurato che la partenza era lontana, che finchè ci sarebbe stato lui avremmo potuto continuare a vivere la nostra vita canadese. In questi giorni gireremo pagina e volevamo informarvi di questo: le temperature sono finalmente in salita e per mercoledì sono previsti addirittura 11 gradi. Il freddo tornerà ancora, come la neve che stamattina ci ha sorpreso quando ci siamo svegliati e abbiamo guardato fuori dal grande finestrone; ma è solo la primavera che si prende gioco di noi, non vede l'ora che partiamo, o forse spinge l'inverno fuori dalla porta perché possiamo conoscere anche lei e tutte le meravigliose cose che porta con sè, dobbiamo ancora scoprirlo.

Progetti: ancora due o tre vacanze, scoprire dove abitano i raccoon che lasciano le impronte in giardino e si mangiano la spazzatura dei vicini, provare qualche nuova cucina, vedere tutti gli angoli di Toronto che ci mancano, respiri profondi, comprare una valigia da riempire di cosi, ricordi, pensieri e doughnut di Tim Horton's!

Domenica mattina mi sveglio, apro gli occhi, solo un poco perché il sole é molto forte. Li richiudo. Sento il rumore dei barconi che si accodano per raggiungere le cale e l'odore del vento del mare.

http://www.youtube.com/watch?v=JqtSuL3H2xs

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