giovedì 29 marzo 2012

Nothin's gonna stop us

New York perché è la città, dopo Roma. Perché non si ripete mai, perché dopo una visita di soli quattro giorni ci sentiamo riempiti di vitalità e di energia ed ancora frastornati, perché non é mai abbastanza. Perché ti stravolge e non la dimentichi più, perché dopo che la vedi una volta, tutte le altre città finiscono alla sbarra dei paragoni, perdendo inevitabilmente. Perché è un non luogo e allo stesso tempo è un impasto di tutto; riempie gli occhi con la sua bellezza come solo Parigi sa fare e raccoglie in sé molti luoghi della nostra vita, anche se non ci siamo mai stati. É un continuo cambiamento, un flusso, una corrente ma continua a custodire i primi passi della società americana. Non è America, è la capitale del mondo.

Lei non ci ha dimenticato e ci accoglie con una grossa sorpresa: i viali alberati si sono coperti di fiori bianchi, quando il pullman esce dal Lincoln Tunnel, imbocca la Trenaquattresima avvolto dalle nuvole di fiori di ciliegio. La primavera è arrivata in anticipo e ora la città è interamente coperta di fiori, mille alberi di ciliegio, di mandorli e di pesco che non avevamo notato in autunno e che invece erano sempre stati là. Poi le aiuole e i parchi, che sono diventati cuscini di tulipani e gigli. Devono aver speso l'impensabile per ottenere un lavoro così ben fatto, passo dopo passo, block dopo block, quartiere dopo quartiere la cura del verde è maniacale!

Scendiamo dal pullman tra la Settima Avenue e la Ventottesima Strada di sabato all'ora di pranzo: sole e aria di primavera, un caos di persone che passeggiano e traffico. Neanche venti passi e ci diciamo: ma perché sembra di non essere mai andati via? Mentre Roberta si meraviglia e si guarda la città, piccola piccola tra i grattacieli, noi respiriamo aria familiare, aria di casa. Per tutta la prima giornata stiamo in giro dirigendoci a sud, a naso e ricostruiamo un percorso che tocca tutte le principali attrazioni dal punto del nostro arrivo in giù. Ultima tappa del giorno: il nuovo World Trade Center. Che dire...tutto nuovo, tutto cambiato dall'ultima volta, coda un po' scema, (la solita americanata) lunghissima e ti fa passare attraverso controlli di sicurezza, reti, il cantiere, quel cratere ancora aperto. Alla fine arriviamo alle famose fontane, davvero imponenti e iniziamo a capire il taglio di quella che sarà la nuova piazza: un luogo asciutto, liscio, toccante magari e due delle torri, quelle che già svettano, sono sbrilluccicose e abbaglianti. Americana quest'idea di strafare, di far scintillare quel luogo di morte.

I giorni seguenti torna il freddo polare, menomale che guardiamo sempre il meteo! Il cielo è limpido ma c'è un vento pazzesco e noi ci aggiriamo per i corridoi della città, a volte spinti dal vento a favore, a volte arrancando a fatica. Tra le cose nuove, prandiamo il tram sospeso sopra il Queensboro Bridge che merita davvero, voliamo appesi ad un filo per 10 minuti, speriamo che le foto vi facciano venire i brividi!

Bellissimo ri-incontrare Nichelle ed andare a cena con lei da Saraghina, come ai vecchi tempi e ridere tutto il tempo e gioire con lei tornando a casa in macchina in questa gelida notte di marzo, per il nuovo stadio che quel pazzo di Jay Z sta costruendo proprio là a Brooklyn, che di fatto segnerà la morte dei New Jersey Nets e la nascita dei Brooklyn Nets! Lei crede che ormai facciamo parte della città e che presto potremmo avere delle chiamate importanti, se solo ci crediamo, perché "tutto può succedere a New York e nessuno può fermarci perché si tratta di New York".

Attenzione che poi nei prossimi mesi potrete vedere Manu diventare un simbolo di New York, una Manhattan face, perché una tipa che ci ha fermato per strada ha deciso di farci qualche scatto e non si è capito bene perché ha scelto proprio lei per questo non meglio precisato progetto. Sarà che gli altri due volevano darsela a gambe...

Il motivo per cui abbiamo scelto New York, piuttosto che Philadelphia o Boston o che altro, è che quella città noi la sentiamo un po' nostra e non potevamo non passare di là e non ci importava nulla di vedere cose nuove, perché l'ultimo biglietto per gli Stati Uniti di questo viaggio era già stato deciso dall'inizio, dal giorno in cui il nostro aereo si era sollevato sui cieli del New Jersey quasi un anno e mezzo fa.

Questo è quello che possiamo raccontarvi per oggi, se volete sapere altro scrivete qua sotto e cercheremo di rispondere, ma domani, perché oggi siamo proprio stanchi.

http://www.youtube.com/watch?v=rOmkPrhpQGQ&feature=player_embedded

3 commenti:

Marcella ha detto...

Eppure lo sapevo!! Me lo sentivo ... sono contenta!
Bravi che bel post ...

Manuela ha detto...

ma anch'io in fondo in fondo lo sapevo che sareste rifiniti a N.Y. d'altronde è diventata la vostra seconda (o forse anche prima!!!) casa e lo si "sente" leggendo il post...diciamo che mi sono permessa solo di sognare al posto vostro ma con i miei desideri che ultimamente sono solo rivolti al riposo assoluto in un posto lontano lontano e bello bello...comunque approvo e sottoscrivo il viaggio che avete fatto...bravi compe sempre ragazzi!!!

Anonimo ha detto...

Il post piu' bello! :) l'Anonima

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